La volle il geniale inventore, il cappuccino Mariangelo da Cerqueto.
Nella fitta costellazione di taccuini, almanacchi, lunari che si illumina verso la fine di ogni anno e che in qualche misura arriva anche nelle nostre case, ce n’è uno che in Italia figura da tempo fra i leader del settore: è il Calendario di Frate Indovino. Arriva nelle case di milioni di italiani; gli emigranti del Belpaese in giro per il mondo lo prenotano in anticipo per farsi arrivare una ventata di italianità. Quel che è curioso sapere è che c’è anche un’edizione svizzera di questo famoso calendario. È da più di mezzo secolo che c’è una tiratura “mirata”, con il “santorale” che tiene conto delle differenze locali e anche con curiosità scelte sparse tra i fogli dei mesi. Non si sa con esattezza da quando decollò anche questa intuizione di P. Mariangelo da Cerqueto, che sapeva cogliere la sensibilità e la nostalgia del popolo delle valigie arrivato nella Confederazione: forse 60 anni or sono, forse alcuni in più. Il Cappuccino salì dal suo convento a Perugia e si incontrò con alcuni responsabili alle Poste acquartierate allora a Besso e partì l’operazione che continua tuttora: si è conquistata un suo spazio, che mantiene.
Quando faceva il questuante
È praticamente cambiato il mondo dalla fine della civiltà contadina – di cui il calendario era emanazione e icona – al giorno d’oggi. Ma quel Calendario creato dalla vulcanica mente del Cappuccino di Cerqueto (dal nome del suo Comune d’origine) si difende dagli assalti di una nutrita e agguerrita concorrenza. Gli “altri” non hanno limiti di sorta, nemmeno per il buon gusto e una certa decenza; Frate Indovino continua con fedeltà ai criteri voluti e realizzati dall’ideatore. Il menu è ricco in ognuna delle sue variopinte pagine, che sono state anche la sua fortuna, unitamente al fattore che ne fu all’origine: la volontà di anticipare e diffondere nel mondo contadino le previsioni dei tempi.
La meteo per come la conosciamo oggi era ancora di là da venire. Il mitico colonnello Bernacca sarebbe arrivato sull’attuale Rai1 (a quell’epoca era il solo canale esistente) alcuni decenni dopo la nascita del Calendario, che nel 2025 compie 80 anni. Adesso le previsioni ci “piovono” addosso da ogni parte, è il caso di parafrasare. Ai tempi contava l’esperienza, c’erano i proverbi, soprattutto non c’erano i cambiamenti climatici con i quali dobbiamo sempre di più fare i conti.
P. Mariangelo che nei suoi anni giovanili girava l’Umbria per questue come il manzoniano Fra’ Galdino o – per stare a un personaggio ricordato in tutto il Ticino, Fra’ Corrado – percepì il bisogno diffuso fra gli agricoltori che incontrava di avere qualche anticipazione sul tempo che ci sarebbe stato. Gli si accese la lampadina, pensò, studiò, si documentò e dopo pensamenti e ripensamenti riuscì a varare il suo taccuino. Che nacque come “figlio” della rivista Voce Serafica, su cui si raccontavano missioni e missionari cappuccini operanti nella lontanissima (per quei tempi) Amazzonia.
Previsioni meteo e dintorni
Le previsioni meteo che ispirarono il nome di Frate Indovino si basano in buona misura ancor oggi su un fatto statistico e si sviluppano poi sull’intelaiatura delle lunazioni e delle macchie solari. P. Mariangelo capitalizzò i rilevamenti, l’andamento meteo, gli anni come erano puntualmente descritti dentro i conventi dell’Umbria. Nulla va perso di un patrimonio accumulato in famiglia, poi però ci fu un progressivo irrobustimento nell’acquisizione di dati scientifici grazie alla ferace intraprendenza dell’ideatore e dei suoi successori, che in materia non hanno mai svelato le segrete carte. Quel che è certo, e resta valido, è che le previsioni sono centrate al 60/70% anche a un quarto del percorso nel XXI secolo: e siamo sulla media di quanto azzeccano gli osservatori meteo dotati di strumenti tecnologici avanzati e di quanto forniscono i satelliti.
Altro aspetto non trascurabile: il Calendario di Frate Indovino è tra 50 marchi dell’italianità, accanto a “griffe” del calibro di Apecar, Bici Graziella, Baci Perugina, Figurine Panini, la Gazzetta dello Sport, la Nutella, la Moka Bialetti… Ciò che più conta però l’ha ben individuato Massimo Gramellini: «Se uno dovesse dar retta alla fotografia del Paese scattata dalle riviste patinate, si orienterebbe a colpo sicuro sui poster delle bellone desnude che traboccano dalle edicole. Invece nessuna velina sponsorizzata può rivaleggiare con le grazie di Frate Indovino… Il calendario del frate non appagherà l’estetica, ma è rimasto l’unico a svolgere la sua funzione pratica, lasciando ampi spazi bianchi in ogni pagina per scrivere gli orari delle farmacie o le scadenze delle bollette: un antesignano dell’interattività».
Molti provinciali e un solo indovino
Papa Wojtyla una volta, nell’incontro che ogni anno aveva in Vaticano per la presentazione del Calendario fresco di stampa, salutando i Cappuccini, uscì con questo saluto: «Voi avete molti Provinciali, ma un solo Frate Indovino». Vale la pena di annotare che partito con 2 mila copie nel 1946, il Calendario aveva superato con P. Mariangelo i 6 milioni di copie ogni anno.
Tra i molti eventi che P. Mariangelo aveva saputo prevedere, oltre la meteo, alcuni hanno colto anche il presagio della sua morte nella frase associata al giorno della “nascita al cielo”, sinonimo della vita che continua in un’altra dimensione. Tra i più illustri figura il fine scrittore Sandro Veronesi. Questa la massima di quel 15 novembre 2002: «Può far molto l’avvocato, ma non cancellarti il peccato». Molte le interpretazioni, una cosa è certa e Veronesi la evidenzia: Frate Indovino costrinse tutti a meditare.
La lettura più appropriata e convincente, l’ha fatta però Frate Sole da Voghera, per il quale «l’Avvocato con la maiuscola, per i cristiani, non è quello che stava a Torino (e anche “fiat” in questa prospettiva vuol dire qualcos’altro). L’Avvocato, il Paraclito – oggi si preferisce tradurre “il Consolatore” –, cioè lo Spirito Santo, li cancella, i peccati, eccome. Specialmente (se ne hanno) agli “operatori di pace”: i quali sono individuati in coloro che dispensano sorridenti consigli di pazienza in famiglia e armonia con la natura».
Chissà come P. Mariangelo da Cerqueto vedrà da Lassù, dove ora si trova, il sole, la luna, il vento, la pioggia, i cicloni e gli anticicloni delle Azzorre, i cambiamenti climatici. L’interrogativo resta forzatamente aperto. È data solo licenza di immaginazione e forse è quello che Frate Indovino voleva con la sua sibillina massima.
Giuseppe Zois
Festività nell’edizione svizzera del Calendario Frate Indovino per l’anno 2025
Riportiamo le particolarità e curiosità contenute nell’edizione svizzera 2025 del Calendario di Frate Indovino, a cura della redazione che ha sede a Perugia. Sono da aggiungere all’elenco le festività che si differenziano nel percorso dei mesi rispetto a quelle italiane (pensiamo solo alla solennità dell’Ascensione, slittata dal giovedì alla domenica successiva; idem il Corpus Domini):
- 2 gennaio: Berchtoldstag (giorno di Bertoldo che si festeggia a Zurigo);
- 27 febbraio: Schmutziger Donnerstag (giovedì grasso che si festeggia nella parte di lingua tedesca);
- 1° marzo: Instauration de la République Cantone di Neuchâtel;
- 4 marzo: Fasnachtsdienstag (martedì di Carnevale per i cantoni tedeschi);
- 5 marzo: Aschermittwoch (le Ceneri);
- 11 marzo: Alte Fasnacht (il “vecchio” Carnevale nel Cantone di Lucerna);
- 3 aprile: Fahrtsfest (Näfelser Fahrt) il Cantone di Glarona unisce la commemorazione dei defunti alla festa civile patriottica;
- 18 aprile: Venerdì Santo: Karfreitag – Vendredi Saint;
- 28 aprile: Sechseläuten, tradizione centenaria per celebrare l’inizio della primavera a Zurigo;
- 23 giugno: Plébiscite Jurassien, memoria del Canton Giura;
- 1 agosto: Festa Nazionale;
- 11 settembre: Jeûne Genevois: festività religiosa e civile interconfessionale nel Cantone di Ginevra;
- 15 settembre: Knabenschiessen – Festività del Cantone di Zurigo;
- 21 settembre: Digiuno Federale cioè festività religiosa e civile interconfessionale che nel Cantone di Ginevra si celebra il 2° giovedì di settembre;
- 22 settembre: in Appenzell Interno si celebra il St. Mauritiustag, il patrono della chiesa parrocchiale attorno alla quale si sviluppò la città a partire dal 1071;
- 25 settembre: Bruderklausenfest, festività in memoria di S. Nicolao di Flüe, Patrono della Svizzera;
- 31 dicembre: Restauration de la République commemorazione del giorno 31 dicembre 1813 quando la città-Cantone riebbe lo statuto di Repubblica indipendente in seguito alla sconfitta dell’esercito napoleonico.