Trionfa la commedia drammatica Adieu Les Cons di Albert Dupontel ai César Awards 2021. La 46esima edizione della cerimonia dei César Awards – riconoscimento cinematografico assegnato annualmente dall’Académie des arts et techniques du cinéma ai migliori film e alle principali figure professionali del cinema francese – è avvenuta ieri, venerdì 12 marzo al teatro Olympia di Parigi, host della serata (e per la prima volta) Marina Foïs.
Il film di Albert Dupontel ha vinto diversi tra cui: miglior film, miglior regista, miglior attore non protagonista, miglior sceneggiatura originale, miglior fotografia e miglior scenografia. Insomma, un vero e proprio trionfo. Una commedia amara è quella raccontata da Dupontel, è la storia una donna gravemente malata che cerca disperatamente di ritrovare il proprio figlio con l’aiuto di un uomo nel mezzo di un burnout. Alla premiazione, avvenuta di presenza, il regista non era presente ma a nome suo è stato ritirato dal suo produttore Catherine Bozorgan.
Hanno vinto i César anche il documentario Adolescentes di Sébastien Lifshitz e Antoinette Dans Les Cévennes di Caroline Vignal. Il Premio per migliore attrice è stato assegnato a Laure Calamy di Call My Agent, mentre Another Round di Thomas Vinterberg è stato premiato come miglior film straniero. La pellicola Two Of Us – nominato agli Oscar – ha vinto miglior opera prima.
Non sono mancati i momenti shock durante la serata, infatti l’attrice Corinne Masiero si è denudata in segno di protesta durante la presentazione del premio dedicato ai costumi: sulla pelle la scritta “Nessuna cultura, nessun futuro” e sulla schiena un messaggio al primo ministro francese Jean Castex, “Ridacci l’arte, Jean”. La sua è stata una contestazione verso la gestione dell’industria culturale, gravemente colpita dalla pandemia, da parte del sistema politico il quale pare ad oggi non avere inserito questo settore e tutti lavoratori coinvolti tra le priorità di recupero. Non è stata la sola, difatti durante i discorsi di ringraziamente sono stati diversi i protagonisti ad aver sottolineato la seria situazione dell’industria culturale a causa della pandemia e della “non buona” gestione da parte dei vertici del Paese.