“Cinque cartoline dal fronte e altra corrispondenza” di Yari Bernasconi
A un lustro scarso dall’uscita di Nuovi giorni di polvere (Casagrande, 2015), il poeta ticinese Yari Bernasconi riprende con la raccolta Cinque cartoline dal fronte e altra corrispondenza (L’arcolaio, 2019) il filone dell’epistola in versi, avviato dieci anni prima con Lettera da Dejevo (Alla chiara fonte, 2009).
Per una riflessione sul tema leggi il nuovo numero de L’Osservatore, in uscita sabato 16 gennaio: per la rubrica “Il canto dei libri”, Manuela Camponovo intervista Yari Bernasconi, in merito alla sua ultima plaquette. Tra i vari contributi è pur presente la consueta rubrica “Non importa dove”, a cura dello stesso Yari Bernasconi e Andrea Fazoli.
Dicono guerra e io guardo il lago
appena mosso. Lo specchio di cielo
fra Italia e Svizzera, nel tepore del sole
che arriva. Gli eroi sono altrove:
niente sanno di queste vite assembrate
negli abitacoli e nel traffico, in mezzo a polveri
sospese. Le giornate che si stringono
fra due diverse e sempre uguali indifferenze.
Non direbbero guerra, se potessero.
Dalla sezione “Cinque cartoline dal fronte (intorno a Ponte Tresa)”