Almeno secondo Aristotele. Così come le palle, o, se preferite, le balle, pensavo riguardo anche alle false notizie. False notizie che ci son però sempre state. Da che mondo è mondo. Anche se adesso le chiamano fake news. Ma fatemi il piacere! Così come il «purché se ne parli». Anche in questo inizio d’anno. Sempre un bel danno! Tutta roba che ci è venuta dall’America. Già più di mezzo secolo fa. Insieme a tutte le teorie delle PR e del marketing. Noi avevamo già allora le «marchette». Ma in quel periodo ce le avevan tolte, chiudendo quelle case: le «case chiuse». Altre marchette continuano però oggi a imperversare. Oggi le chiamano virali. Insomma da quando con la penicilina, e poi con gli antibiotici, siamo riusciti a sconfiggere i virus… oggi ci ritroviamo anche nel piatto della minestra questi pericolosi virali. Senza contare poi la continua presenza dei maledetti influencer… Proprio quest’anno che non s’è fatto vivo – almeno sin qua – nemmeno il ci cin di un’anemica “asiatica”.
Ma chi ci difende, chi cerca almeno di proteggerci un po’ da tutti questi più o meno Trumpici malanni, da tutto questo po’ po’ di disinformazione? Chi potrebbe una volta per tutte riuscire finalmente a vaccinarci dall’inquinamento mediatico? Chi potrebbe fornirci quegli anti virus così necessari, se non addirittura indispensabili, per poter efficacemente combattere certe mortifere, pestilenziali notizie virali? Magari il Mammone con i suoi Patti chiari? Uella , Lorenzo, se ci sei ancora potresti magari battere un colpo? O sei magari finito anche tu, insieme al tuo quasi omonimo mammona, nel più profondo degli inferi? Ma se il Mammone se ne sta comodamente appollaiato su quel comodo ramo del generoso albero che lo mantiene come potrà mai scender giù per venire in nostro soccorso?
Orio Galli