Con la solenne apertura dell’Anno Santo, il Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede ha annunciato il suo programma d’arte contemporanea. Al centro pone la riflessione sul rapporto tra ispirazione creativa e gli elementi fondamentali del grande evento spirituale, partendo dalla Speranza. In continuità con il progetto del Padiglione della Santa Sede alla Biennale di Venezia, continua il percorso all’interno delle carceri, con nuove collaborazioni e interventi artistici.
Il Giubileo è iniziato la veglia di Natale, con l’apertura della Porta Santa in San Pietro. Poi si apriranno le altre Porte Sante a Roma e nel mondo; emblematica la seconda Porta Santa presso il carcere romano di Rebibbia. Qui è stata invitata l’artista Marinella Senatore con l’opera Io contengo moltitudini, una struttura verticale autoportante, alta circa 6 metri e dal diametro di circa 3 metri, composta da luminarie ed elementi che riportano frasi in diverse lingue e dialetti. Tali frasi sono state scelte tra quelle scritte da detenuti della sezione maschile e femminile.
L’opera è installata nel piazzale antistante la chiesa di Rebibbia dal 21 dicembre; rimarrà fino a metà febbraio, visibile ai detenuti e a tutta la comunità dell’Istituto Penitenziario.
Cristiana Perrella sarà anche la curatrice per il 2025 del programma del nuovo spazio espositivo del Dicastero, denominato “Conciliazione 5”. Lo spazio, una finestra aperta 24 ore su 24 su via della Conciliazione, permetterà ai pellegrini di ammirare le opere esposte.
Il primo artista scelto per questo spazio è l’artista cinese Yan Pei-Ming (1960), famoso per i suoi intensi ritratti di grandi dimensioni. L’insieme di nuovi lavori sul carcere di Regina Coeli verrà svelato in occasione del Giubileo degli Artisti (15-18 febbraio 2025).
Il linguaggio dell’arte accompagnerà durante il Giubileo i detenuti e le comunità delle carceri con un ulteriore progetto: Le porte della Speranza. In analogia con la porta artistica realizzata a Rebibbia, in diverse carceri in Italia e nel mondo saranno aperte alcune Porte della Speranza, installazioni affidate ad altrettanti artisti di fama internazionale che, in dialogo e in collaborazione con i detenuti, realizzeranno opere fuori dai penitenziari, visibili in questo modo alla città e offerte non solo agli appassionati d’arte ma a tutti.
L’intento è ancora una volta di approfondire il dialogo tra la realtà del carcere e il mondo dell’arte contemporanea. Obiettivo del progetto è incoraggiare e sostenere le esperienze che accompagnano i detenuti a vivere in modo riabilitativo la permanenza nei penitenziari, preparandosi al rientro nella società.
Dalmazio Ambrosioni