Sono una gran sostenitrice della lentezza rispetto alla velocità, con i mezzi di trasporto, sarà paradossale, ma si guadagna tempo. L’ho spiegato tante volte perché è meglio il treno rispetto all’aereo. Dalla terra spostiamoci in acqua. Nell’ultima rubrica vi ho raccontato delle numerose ombre che oscurano il piacere delle crociere. E anche in questo caso raccomando migliore sostenibilità. Quando ero al mare mi piaceva allontanarmi dalla riva fino a vederla scomparire e nel “meriggiare pallido e assorto” fingevo di essere l’unica sopravvissuta alla sparizione dell’umanità che si ammassava chiassosa sulla spiaggia. Nuotavo in compagnia di un materassino oppure remavo seduta in un canotto. Certo, così, schivando i motoscafi, non si va poi tanto lontano. Però, ricordo con incanto gli itinerari in barca a vela, basta riuscire a trovare la compagnia adatta, perché dopo un po’, in spazi così ristretti, si potrebbe aver voglia di fuggire, ma non c’è molto da fare, magari buttarsi in acqua e raggiungere un’isola deserta, ma questo succede solo nei romanzi. In ogni caso adoro la vela, silenziosa, operosa… Se c’è qualcuno che pensa a manovrarla, i passeggeri, pochi, non le migliaia di una nave, possono dedicarsi ad attività tranquille e contemplative, nuotare, pescare, prendere il sole, leggere, dormire, sognare e tante altre piacevolezze che rallegrano e rigenerano corpo e spirito.
Tante memorie mi sono venute in mente nel leggere che Genova sta facendo il conto alla rovescia per il primo storico arrivo in Italia del giro del mondo a vela, The Ocean Race, giunto alla quattordicesima stagione.
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