«… In questi decenni trascorsi a Montagnola ho vissuto molte cose belle, anzi meravigliose…» (Hermann Hesse)
E già, questa volta vi porto su sentieri turistici (per confederati e stranieri, soprattutto, chissà), sulle orme di un passato che non c’è più e questo è ovviamente un ossimoro, a piedi e con quella che noi svizzeri chiamiamo “posta”. In diverse mattinate, cogliendo tutto lo splendore del sole (che da queste parti brilla più che mai in particolare nelle ore meridiane, nonostante le incertezze meteo della scorsa settimana) e i valori naturalistici che hanno resistito nel tempo. Il mutare delle contrade, dai villaggi rustici e contadini all’avanzare della massa di vacanzieri e di soggiornanti che s’impadronivano di boschi e prati, al sorgere di mostri cementizi, lo aveva segnalato con rimpianto e a volte rabbia lo scrittore Hermann Hesse, arrivato qui in una culla appartata di cui s’innamoravano gli artisti. Per chi vuole camminare c’è solo l’imbarazzo della scelta tra i numerosi sentieri. In questo periodo gli incontri sono ancora sporadici, ma i ristoranti e bar all’aperto restano tutt’altro che deserti. Nei boschi, il silenzio è rotto dal ronzare dei tagliaerba accompagnato però (potendo togliere la mascherina) da un odore piacevole di erba fresca che fa subito tanto campagna.
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