Dalle letture di gruppo alle mostre, gli incontri scientifici, i restauri, i festival, persino i parchi a tema. Lanciato a gennaio dal Ministero della cultura italiana con l’aiuto di Poste Italiane, il Dantedì, ovvero la giornata che quest’anno avrebbe dovuto aprire le celebrazioni per i 700 anni dalla morte del poeta fiorentino, è finito purtroppo nella lista dei grandi eventi che la pandemia da coronavirus ha fatto saltare. Non del tutto, però. Perché in attesa che passi la bufera e tornino giorni migliori in cui sarà possibile dare vita alle tante, tantissime iniziative che quasi tutti i comuni d’Italia avevano messo in programma per la Giornata nazionale istituita dal governo, il Dantedì si celebrerà tutti insieme alle 12.00 del 25 marzo in una sorta di flash mob collettivo di letture della Divina Commedia e poi per tutta la giornata sul web e sui media. Parteciperanno le scuole, con studenti e docenti invitati dal ministero dell’istruzione ad interrompere per qualche decina di minuti, allo scoccare del mezzogiorno, le lezioni a distanza. Ma l’appello – sottolineano dal Mibact – è rivolto a tutti.
Le celebrazioni proseguiranno poi per tutta la giornata sui social, con pillole, letture in streaming, performance dedicate a Dante, con gli hashtag ufficiali #Dantedì e #IoleggoDante. Una prima edizione che avviene in un momento particolarmente difficile, fa notare il ministro italiano Franceschini, che lancia un appello agli artisti: «il 25 marzo leggete Dante e postate i vostri contenuti. Dante è la lingua italiana, è l’idea stessa di Italia. Ed è proprio in questo momento che è ancor più importante ricordarlo per restare uniti». Appello condiviso dal Ministro dell’istruzione italiana Lucia Azzolina.