Cultura

Da Parigi a Milano, quanto piace l’arte digitale!

L’esperienza immersiva nell’arte sta diventando un leitmotiv in campo museale e non da oggi. Certo più le tecnologie si affinano e creano sinergie tra mondo digitale e analogico, più i linguaggi e le modalità di presentazione e fruizione dei contenuti varia, si diversifica e può creare esperienze personalizzate. C’è chi, come Bruno Monnier, presidente di Culturespaces, vede nell’unione tra arte e tecnologia il futuro della disseminazione dell’arte tra le giovani generazioni e in un’intervista al Guardian dice «le persone oggi non si approcciano più alla cultura come in passato». Dunque se si vogliono intercettare i giovani bisogna creare nuove esperienze e modalità di fruizione e Culturespaces, una realtà privata che si occupa di management delle istituzioni culturali, fa proprio questo creaando esperienze digitali nell’arte per tutti i musei e gli enti culturali interessati. Grazie al successo ottenuto fin qui, proprio quest’anno ha dato vita ad un centro ad hoc per l’arte digitale, l’Atelier des Lumières a Parigi in Rue saint Maur 38. Per la precisione il centro ha aperto i battenti il 13 aprile con una mostra dedicata al pittore secessionista viennese Gustav Klimt.

Atelier des Lumières © Culturespaces

«Il ruolo di un centro d’arte è quello di ripartire, frammentare, creare dei comparti, per questo la tecnologia digitale è così importante nelle esposizioni del 21° secolo. Usata per scopi creativi è un vettore formidabile per la divulgazione ed è in grado di creare connessioni tra le diverse epoche, aggiungere dinamismo alla pratiche artistiche, amplificare le emozioni e, soprattuto, raggiungere un pubblico che sia il più ampio possibile», dice ancora Bruno Monnier che in passato ha lavorato per il ministero della cultura francese con l’incarico, tra gli altri, di modernizzare la gestione di musei e monumenti.

Dunque cosa succede quando si accede a spazi immersivi come quelli dell’Atelier des Lumières? Si fanno delle esperienze multisensoriali grazie a diversi elementi che giocano tra loro: le opere degli artisti vengono proiettate su pareti che raggiungono i dieci metri d’altezza grazie all’uso di 140 proiettori laser video. Le immagini sono accompagnate da musiche di Wagner, Chopin, Beethoven mentre 50 altoparlanti usano un sistema di motion design sound system che completa le immagini in 3D.

Atelier des Lumières ©Culturespaces

E se Parigi e gli spazi del centro Atelier des Lumières non rientrano a breve nelle vostre tappe estive, potete fare un’esperienza immersiva a pochi km da Lugano e cioè al MUDEC – Museo delle culture di Milano che attualmente, ma sarà visitabile fino al 4 Novembre, propone una mostra digitale su Modì «Modigliani Art Experience». Anche qui la parola magica è «esperienza»: attraverso l’uso e la sinergia di immagini, suoni, musiche che evocano e suggestionano, si costruisce e si narra un racconto digitale e multimediale al fine di ricomporre agli occhi del visitatore l’universo del grande pittore e scultore italiano del Novecento.

Autore: Amedeo Modigliani Titolo: Jeanne Hebuternecon grande cappello. Anno: 1918. Dimensioni: 55 x 38 cmTecnica: olio su tela. Sede: collezione privata BANCA DATI –ARCHIVIO Alinari. Tutti i diritti riservati © F.lli Alinari I.D.E.A. S.p.A

La mostra, prodotta da 24 ORE Cultura e promossa dal Comune di Milano-Cultura con il supporto scientifico dei conservatori del MUDEC e del Museo del Novecento di Milano, introduce il visitatore nel mondo bohémien di Amedeo Modigliani, nella sua esistenza da esule livornese nella Montmartre e nella Montparnasse dei primi del Novecento; gli mostrerà le sue muse, amanti e ispiratrici, e soprattutto evocherà la sua arte, l’influenza del primitivismo e in particolare della scultura africana, egizia e cicladica.

Per maggiori informazioni su luogo e orari consultate direttamente il sito del MUDEC (mudec.it).

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