Le lunghe ore casalinghe, sui libri – di svago e di studio – fanno inevitabilmente sorgere una tentazione pericolosa: quella di aggrapparsi alla maniglia del frigorifero. E così, dopo giornate lunghe in casa, negli stessi metri quadrati c’è quasi la necessità di un buon dolcino. Peccato, dicono i più golosi, non poter uscire e andare per le vie di Praga a comprarsi un buon Trdelník, manicotto alla cannella su brace ungherese, scippato dai praghesi.
Pazienza, si può ovviare altrimenti: dopo essere andati cautamente al supermercato, è quasi d’obbligo rincasare con una potente fornitura dolciaria. Cioccolato, caramelle, biscotti di ogni tipo sono la tentazione che bussa alla testa ad ogni ora quando si sta troppo tempo in casa. La permanenza forzata entro il perimetro domestico è altresì una battaglia contro la dispensa, una guerra contro il frigo, una lotta dentro se stessi.
La quarantena certamente obbliga a prestare più attenzione alla nostra attitudine verso le vivande: le date di scadenza vengono controllate più spesso, si cerca di consumare tutto e buttare via nulla; il segreto che accomuna fantasia ed etica del consumo (cioè il non sprecare gli alimenti) è quello di saper mischiare vari gusti e cibi, dato che l’accesso al supermercato è diventato per tutti più “complesso” a livello logistico.
E chi diceva: “voglio dimagrire dopo le feste natalizie”, si ritrova in aprile – a poche settimane dall’inizio dell’estate – confinato a casa, con lui. Quell’armadio bianco, stimolatore di desideri nutrizionali. Dieta addio: è quasi impossibile resistere al richiamo della torta al cioccolato, del biscottino alla vaniglia, dello yogurt alla frutta. Ed è così che, tra le piccole privazioni di libertà quotidiane dovute alla quarantena, i programmi per mostrarsi tonici e in forma al momento della “prova costume” saltano.
Amedeo Gasparini