Trasformare questo tempo di incertezza e limitazioni, in tempo di grazia e disponibilità al servizio degli altri. È questo l‘invito che l’Azione cattolica ticinese rivolge ai suoi aderenti e a tutta la popolazione. Un’associazione – si legge nel testo firmato da Gisella Alves e Luigi Maffezzoli – che ha scelto di stare dentro la storia: “Eccoci, allora, dentro questo 2020 che ovviamente non sapevamo immaginare prima ed eccoci a riscoprire a quale compito siamo chiamati”.
Ricordando che le regole igieniche più elementari possono salvare vite umane e che la «distanza sociale» raccomandata dalle autorità cantonali e federali è importante per proteggere i più vulnerabili, come gli anziani e le persone più fragili, l’Azione cattolica auspica però che una “certa vicinanza venga mantenuta, anche solo idealmente. La vicinanza verso i poveri, i più deboli, i più soli che in questo momento rischiano di vivere ancor più isolati e dimenticati. Trasformiamo questa vicinanza – è l’appello – in solidarietà concreta se per esempio è necessario portare la spesa a casa di chi non può uscire, o telefonare per informarsi sulla salute e sulle necessità di chi sappiamo aver bisogno”.
L’associazione di laici invita anche a cogliere l’occasione di questa pausa forzata da ogni attività per riscoprire la Parola di Dio “anche perché abbiamo il tempo per farlo. Quel tempo che non c’è mai, che rincorriamo affannosamente senza mai fermarlo, ora ci è regalato. Non sprechiamo questa occasione”.
Richiamando infine a quanto già indicato da don Marco Dania, parroco di San Nicolao della Flüe a Lugano Besso, si chiede di unirsi in preghiera per invocare il santo patrono della Svizzera e dell’Ac, e di sua moglie Dorotea, affinché preservino il Paese da un’incontrollabile diffusione del contagio e assistano tutte le donne, in particolare le infermiere, che si prendono cura con grande generosità degli ammalati.