Mendrisio, Handy System e SUPSI insieme per un sistema innovativo
Un sogno nato durante la pandemia, quando le mascherine hanno reso ancora più difficile la comunicazione per le persone sorde, oggi diventa realtà. Nella sala del Consiglio comunale di Mendrisio è stato presentato “DEEP: Segna che ti sento!”, un sistema rivoluzionario che promette di abbattere le barriere linguistiche tra udenti e non udenti. Si tratta di un totem tecnologico capace di tradurre in tempo reale la Lingua dei Segni Italiana (LIS) in italiano scritto e parlato, e viceversa, grazie a un sofisticato sistema di intelligenza artificiale sviluppato dalla SUPSI in collaborazione con Handy System.
L’idea è venuta a Daniele Raffa, CEO di Handy System, esperto in tecnologie assistite: “Durante il Covid ho visto le difficoltà quotidiane della comunità sorda. Da lì è nata l’idea di creare qualcosa di semplice e accessibile che potesse aiutare tutti”. Il progetto, finanziato al 50% dall’Agenzia svizzera per la promozione dell’innovazione (Innosuisse), ha trovato subito il sostegno del Comune di Mendrisio, da anni impegnato su inclusione e innovazione. “Non potevamo che accogliere con entusiasmo questa iniziativa”, commenta Daniele Caverzasio, Municipale alle Pari Opportunità. “DEEP si inserisce perfettamente nella nostra visione di città sempre più accessibile”.
Un progetto pilota completamente ticinese, con competenze e aziende interamente ticinesi che non ha paragoni in Svizzera. Il funzionamento di DEEP sembra semplice solo in apparenza: una videocamera ad alta risoluzione cattura i movimenti dell’utente, mentre un sofisticato algoritmo di intelligenza artificiale sviluppato dal Servizio informatica forense della SUPSI li traduce in testo e voce in tempo reale. Ma la vera magia, spiegano i ricercatori, sta nella capacità del sistema di interpretare non solo i segni delle mani, ma l’intera gamma espressiva della LIS. “Le sfumature del volto, la postura, persino il ritmo dei movimenti: tutto concorre al significato”, spiega Elisa Colletti, giovane ricercatrice che ha seguito il progetto.
Per addestrare l’algoritmo è stato necessario un lavoro certosino: oltre 62 ore di video registrati con la partecipazione attiva della comunità sorda ticinese. “Abbiamo coinvolto più di cento persone nella fase di testing”, racconta Nicolas Tagliabue, altro volto del team di sviluppo. “Ogni feedback è stato prezioso per perfezionare il sistema”. Un approccio inclusivo che ha portato a un tasso di accuratezza del 95%, un risultato senza precedenti nel campo della traduzione automatica della LIS.
“La ricerca scientifica sta entrando in una nuova era, in cui il concetto di transdisciplinarità porterà numerosi benefici nello sviluppo di soluzioni innovative – ha sottolineato Alessandro Trivilini, responsabile del Servizio d’Informatica Forense (SIF) della SUPSI. “Il SIF, che dirigo da 14 anni, ha sviluppato fin dalla sua nascita, nel 2011, un patrimonio di competenze, sia in termini di quantità sia di qualità, nel campo della sicurezza informatica e delle investigazioni digitali. Queste competenze ci hanno permesso di affrontare la complessità della traduzione LIS-italiano con un approccio scientifico rigoroso e multidisciplinare.”
Il Comune di Mendrisio, da sempre attento alle tematiche dell’inclusione, ha colto al volo l’opportunità di ospitare la fase pilota. “Quando ci hanno presentato il progetto, non abbiamo avuto dubbi”, afferma il municipale Daniele Caverzasio. “Da oggi, chiunque abbia necessità di interfacciarsi con l’Ufficio controllo abitanti potrà farlo in completa autonomia, senza dover dipendere dalla presenza di un interprete”.
Ma le ambizioni di DEEP vanno ben oltre gli uffici comunali. Gli sviluppatori immaginano già applicazioni in ambito sanitario, nelle stazioni di polizia, nei pronto soccorso. “Pensate a una persona sorda che deve chiamare il 112 in caso di emergenza”, suggerisce Raffa. “Con DEEP, potrebbe comunicare direttamente con gli operatori, senza intermediari. Questo non è solo progresso tecnologico, è rivoluzione sociale”.
La strada è ancora lunga: nei prossimi mesi il sistema verrà testato in condizioni reali, con ulteriori affinamenti. La conferma viene già da un gruppo di ragazzi sordi presenti che testano con soddisfazione lo strumento messo a disposizione. Mettendo in pratica l’obiettivo di Raffa: “Niente lo si fa per loro; tutto lo si fa con loro”.
Luigi Maffezzoli
