Il prossimo 8 ottobre l’architetto e storico dell’architettura Bruno Vezzoni tratterà dei rapporti fra architettura e arti visive in una conferenza che si terrà alle ore 18:30 presso l’Aula Magna del Campus Trevano SUPSI, organizzata in collaborazione con la Società Ticinese di Belle Arti. In questa occasione sarà anche presentato il suo nuovo libro Il dubbio come metodo edito da Fontana Edizioni. Interverranno Franco Gervasoni, Direttore generale SUPSI e Tiziano Dabbeni, Presidente della Società Ticinese di Belle Arti.
Di architettura, pitture e altre storie
«L’attuale relazione fra Architettura e Arti è da cercarsi nell’ossessione contemporanea per l’immagine e l’apparire […] si va verso un’architettura caleidoscopio». Questa affermazione del critico Germano Celant, del 2004, illustra efficacemente la situazione attuale, caratterizzata da un’intensa ricerca da parte soprattutto degli artisti, meno degli architetti, accomunati da una nuova libertà, originata dalla riduzione dell’architettura a pura immagine. Una libertà tuttavia solo apparente, per non dire arbitraria, poiché implica l’oscuramento di tutte quelle caratteristiche che dell’architettura sono proprie, come la funzione, lo spazio, la materialità, la tettonica, nonché il fondamentale rapporto con la storia.
Il primo chiarimento che si impone è quindi nei confronti del concetto di immagine, dei suoi limiti sia a livello di percezione che di rappresentazione. I rapporti fra architettura e arti visive sono però presenti sin dall’Antichità classica e l’obiettivo di questa relazione consiste nell’esaminarne le diverse forme di ricerca comune, nell’evidenziarne le possibilità ed eventualmente le contraddizioni: si va dalla semplice figurazione dell’architettura, alla prefigurazione della stessa attraverso la pittura, propria della parte migliore del Rinascimento italiano.
Con l’avvento della Modernità e il nuovo senso attribuito all’immagine, a partire dall’opera di Piranesi, si indagheranno le affinità a livello di intenzioni e di metodo che intercorsero fra le Avanguardie artistiche di inizio Novecento e il Movimento Moderno, nonché gli equivoci che da queste relazioni vennero originati e che saranno gravidi di conseguenze per l’architettura. Da ultimo, il rapporto fra pittura e architettura verrà utilizzato, in chiave esemplare, per esaminare un’attribuzione architettonica controversa e per evidenziare il valore dell’ipotesi nell’analisi storiografica dell’architettura.
Il dubbio come metodo – Appunti di architettura
La cultura architettonica attuale sembra soffrire di una specie di amnesia collettiva, originata dall’aver accantonato la storia, probabilmente nel timore di confrontarsi con essa e di verificare, di conseguenza, la problematicità del proprio presente. Dal canto suo la storiografia dell’architettura ha fatto di tutto, negli ultimi anni, per assecondare questa tendenza, attraverso la pratica dell’omologazione: ogni oggetto storico viene dato per scontato, meglio non riaprire vecchi problemi, meglio non evocare fantasmi.
In questo volume l’autore, attraverso il costante esercizio del dubbio e guardando al passato e al presente con gli occhi dell’architetto prima che con quelli dello storico, affronta criticamente i problemi salienti della disciplina architettonica, dal rapporto con il passato all’architettura intesa come immagine, quindi ai rapporti fra architettura e arti visive, all’importanza dei tipi nella memoria collettiva, per finire con l’analisi dell’attribuzione di alcune famose opere architettoniche, che la storiografia attuale ha opportunamente relegato nel dimenticatoio. Il tutto accompagnato da numerose illustrazioni, affinché il lettore possa orientarsi al meglio fra gli oggetti della trattazione.
L’intenzione non è sicuramente quella di sostituire le vecchie con nuove certezze, quanto di proporre una storiografia del possibile, di formulare nuove alternative, di sottolineare il valore dell’ipotesi, nell’ottica di una nuova scientificità. Dubitando, appunto, poiché il dubbio è prerogativa di tutti, e infatti questo volume non è affatto destinato ai soli architetti, poiché l’architettura e la sua storia toccano ognuno di noi, quotidianamente e ad esse non possiamo sottrarci.
Bruno Vezzoni, nato nel 1946, è architetto e storico dell’architettura. Attivo nella ricerca e nell’insegnamento, ha tenuto corsi alla SPF di Zurigo e per vent’anni è stato docente di storia dell’architettura alla SUPSI. Al suo attivo numerose pubblicazioni, fra cui i volumi recenti L’architettura prospettica, Le radici dell’architettura occidentale e Il passato prossimo dell’architettura.