Qual è il mese più crudele dell’anno? direbbe Eliot. Da una sconvolgente tragedia, con la bimba di otto anni aspirata dallo scarico dell’acqua che muore affogata nella piscina di casa, alla costruzione di 150 pozzi in Africa per dare acqua a terre aride. Questa è la storia nata per caso, se si può chiamarlo caso, di Pia Clementi e suo marito Fabio. Non è l’avvenimento la cosa importante, dice Pia. Non amo partire da qui, commenta, ma dallo spartiacque di una vita. Non tanto di un modo di vedere la vita. È stato un passaggio che ha determinato in maniera più netta come voler vivere. L’evento in sé interroga sul senso: voler vivere o no. Essere o non essere. Ti ritrovi in un momento in cui a una vita non vuoi più dare vita. Corri il rischio di avere solo tanto tempo, vuoto di senso. E siccome il tempo non lo fermi, e avrei voluto cercare o trovare il pulsante per fermarlo, ti ritrovi a non voler riempire di tempo la vita che hai. Eppure, devi riempire di vita il tempo che ti è dato. Altrimenti hai davanti tempo che non ha più vita dentro.
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