Il turismo è un’industria che consiste nel trasportare delle persone che starebbero meglio a casa loro, in posti che sarebbero migliori senza di loro. (Jean Mistler)
“Dove vai in vacanza”? In certi periodi dell’anno la domanda aleggia ossessivamente. Il fatto è che, si dice, abbiamo conquistato molto tempo libero, le ferie pagate, ma poi non riusciamo a farne buon uso. La massa dei turisti, in genere, parte tutta insieme, affollando molto spesso le medesime mete, ingolfando aeroporti, stazioni ferroviarie, autostrade… E in più con i prezzi alle stelle, proprio perché la domanda cresce. Si capisce, la vita scolastica e lavorativa è strutturata in modo da concentrare le festività in alcune parti dell’anno, le celebrazioni di dicembre, di Pasqua, le settimane bianche e poi i mesi centrali dell’estate. Così il periodo rilassante, di riposo e tranquillità riesce a trasformarsi anche in un incubo. Io sono fortunata perché, terminati gli studi, ho potuto quasi sempre scegliere, oggi più che mai, i giorni, le settimane, in cui viaggiare e cerco di farlo prima che gli altri partano o dopo che sono tornati; in quanto alle destinazioni, ce ne sono ancora da selezionare al di fuori del trend del momento, spesso creato ad arte da agenzie, tour operator ecc… Adesso un must di dicembre, venduto come ideale per famiglie o avventurosi, è la Lapponia, il paese di Babbo Natale per vivere l’inverno delle fiabe tra slitte, renne, case di ghiaccio ecc… Io per andarci aspetto che passi di moda, avendo già transitato in nazioni quando non erano ancora annoverate tra le più ambite dai turisti per caso, come ad esempio il Marocco. I cataloghi spacciano per esotici dei programmi che stanno alla scoperta e alla novità, come un abito di serie sta al modello di uno stilista creativo. Tutto stabilito, il turista è trasportato come un pacco postale da una parte all’altra e a volte non riesce neppure a rendersi ben conto di dove è stato. Gli bastano le poche informative del catalogo.
Insomma, tutto questo per dirvi che a dicembre, nel periodo di fine ed inizio anno, si può anche stare tranquillamente a casa propria, in questo caso in Svizzera, un paese che vanta comunque una lunga storia turistica che risale ai viaggiatori del ‘600-‘700, quando la montagna era tutt’altro che addomesticata, ai Gran Tour, come agognata tappa naturalistica e, in seguito, sportiva. E dato che amo i treni, non lo sapevate vero?, ho per le mani un calendarietto niente male le cui immagini sono dedicate ai treni svizzeri della montagna, le cui rotaie o cremagliere in altezza e in ripidità battono parecchi record, regalando paesaggi di straordinaria suggestione e vale la pena di ammirarli prima della scomparsa dei ghiacciai. Dai più famosi come quello della Jungfrau, il Glacier Express o il Bernina. Ma altre immagini si riferiscono a percorsi regionali meno noti come quello che in 45 minutes circa conduce da Bex a Villars, passando per Gryon e attraversando splendide valli alpine. Altri suggerimenti su cui potrete informarvi: il treno Montreux Rochers-de-Naye, Stanserhorn-Bahn, Furka Bahn Bergstrecke fino all’Arosa Express. Per chi ama il treno, la montagna e i viaggetti di pochi giorni nei periodi più affollati.