Letteratura

Duecento anni fa moriva il poeta milanese Carlo Porta

Duecento anni fa, il 5 gennaio del 1821, moriva, neanche cinquantenne, Carlo Porta, poeta italiano, considerato il maggior poeta milanese e elencato, dagli studiosi, tra le cosiddette “quattro coroncine”, con riferimento alle precedenti tre corone classiche (Dante, Petrarca Boccaccio).

Grazie al clima illuminista che in Italia colpì principalmente la Lombardia (si pensi a Verri e al “Caffè”, o ancora, a Cesare Beccaria), il Porta poeta si dedicò con fervore alla demolizione bonaria delle superstizioni e dell’ipocrisia religiosa del tempo (“On miracol”, “Fraa i Diodatt” fra i vari titoli). Le composizioni politiche delle poeta, senza mai alcuna presa di posizione politica concreta, riflettono invece il sogno di Porta, di origini borghesi, per una Lombardia senza padroni – e che invece era al tempo contesa tra ben due padroni,  i francesi (sotto cui visse l’artista) e gli austriaci (i sonetti di “Paracar che scappée de Lombardia” contengono molte considerazioni amare su questa situazione).

Diversi, e noti, sono i sonetti in dialetto milanese dedicati al mondo popolare (ad esempio “Desgrazzi de Giovannin Bongee” e “La Ninetta del verzee”), mondo per il quale Porta esprime sentimenti contrastanti. Se da un lato egli mette alla berlina le imprese della povera gente, la cui  quotidianità viene canzonata e descritta anche con una certa volgarità, al fine di evidenziare la pochezza morale e materiale della realtà popolare, d’altro lato Porta esibisce a tratti un che di indulgente e di simpatico per tutta la povera gente. Il poeta sembra così fare le veci di un padre di fronte alle marachelle dei figli. Ne è un esempio la  “Ninetta”, il personaggio della poesia di Porta “La Ninetta del verzee”. La vicenda che il poeta fa raccontare a Ninetta, un’ex venditrice di pesce all’antico mercato Milano, diventa una rappresentazione delle pene profonde e esistenziali del “popolo” e nell’insieme delle voci femminili della letteratura italiana, quella della Ninetta è tra le più forti e chiare, schiette e dirette.

 

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