In un libro pubblicato da Unione Fiduciaria nel 2013, Roberto Ruozi, che ha insegnato Economia ad Ancona, Siena, Parma, Sorbona, Politecnico e Bocconi, dove è stato rettore dal 1995 al 2000, ricorda che c’è un viaggio non meno curioso, istruttivo e avventuroso da intraprendere all’interno del mercato finanziario. Egli cita in proposito il volume “Viaggio nel mercato finanziario con Dottor Jekyll e Mister Hyde” che è stato pubblicato dopo la crisi del 2008. Si tratta di un viaggio immaginario ripensato sulle tracce di quello ben più famoso ideato da Robert Louis Stevenson alla fine del XIX secolo. Roberto Ruozi identifica per intendersi nel Dottor Jekyll la personalizzazione del libero mercato di cui egli è un convinto assertore, mentre l’intervento dello Stato è rappresentato dal personaggio negativo del romanzo, vale a dire Mister Hyde. Alla partenza (forse nel 2007), confessa Roberto Ruozi, ero fortemente e serenamente convinto che avrei incontrato e fatte sicuramente mie le buone ragioni del Dottor Jekyll mentre sarei stato estremamente critico nei confronti delle posizioni di Mister Hyde e del ruolo dello Stato invasivo e pervasivo nei mercati. Eppure, ripercorrendo la parabola della più importante crisi finanziaria del dopoguerra, egli confessa che si è trovato alla fine a riconoscere come il mercato finanziario e bancario lasciato a sé stesso, abbia fatto dei capitomboli non esattamente piacevoli. Il libero mercato infatti si è poi dimostrato molto ostico “continuamente variabile, non sempre facilmente definibile” e persino la strada di un possibile equilibrio tra le ragioni del libero mercato di stampo capitalistico e il ruolo dello Stato come regolatore ed equilibratore, non sempre è risultata conforme a quella che si sarebbe potuto auspicare. Un equilibrio instabile. A un dato punto – afferma Ruozi – mi sono reso conto dei molti limiti anche della stessa coesistenza forzata tra i due modelli. Uno tirava da una parte e l’altro da quella opposta. Insomma, se ci si aspettava alla fine della fiera e del libro di incontrare il cadavere di Mister Hyde, vale a dire la scomparsa dello Stato dal mercato, ci si rende conto che anche oggi Mister Hyde, per esempio in Cina, gode di molta buona salute e alla sua tavola siedono i campioni del capitalismo. Molto meno il modello funziona in Venezuela, anche se ha libero corso di dettare i programmi e i suoi piani. Non c’è dunque una regola sul breve periodo. Allo stesso modo però Mister Hyde se la spassa benissimo in molte economie dirigiste dell’Asia, America Latina, Africa. Ma, insomma, anche in Francia il ruolo dello Stato, seppure indirizzato dalle amorevoli cure del Dottor Jekyll, non è che se la passi malaccio. Tutti naturalmente parlano molto male di Mister Hyde che viene indicato come un ospite asfissiante e indesiderato a complicare le riunioni di famiglia tanto che sembra un elefante nel classico negozio di cristalleria. Ma ugualmente avviene che appena qualcuno ha un sintomo di raffreddore, invece di curarsi e prendere un’aspirina, tutti( nessuno escluso) si precipitano non alla famosa bottega del Dottor Jekyll a chiedere la pillola, ma vanno a provare gli intrugli di Mister Hyde. In prima istanza (questa è la teoria di Ruozi) perché gli Stati, depauperati finché si vuole dalle pressioni della globalizzazione, non moriranno mai. In secondo luogo perché l’unica vera limitazione alla loro invasione potrà essere determinata dalle regole imposte dalla comunità internazionale la quale a sua volta poi è null’altro che un complesso di Stati. Uno Stato al quadrato. Sempre – beninteso – che il classico elefante, questa volta nell’ultima edizione storica riveduta e corretta e interpretato per l’occasione da un terzo incomodo nei panni di The Donald, non arrivi a rimettere in gioco tutti gli equilibri più o meno assodati. La conclusione? Roberto Ruozi resta convinto che far parte della comunità internazionale sia diventato pressoché indispensabile. Certo, si potrà andare a discutere battendo i pugni sul tavolo, sempre che non ci scappi una seduta spiritica. Ma pensare di cavarsela da soli è un’insana utopia che tutte le feste si porta via. In conclusione, speriamo che anche Mister Hyde come il dottor Jekyll, abbiano letto e meditato l’amara conclusione di Stevenson e che quindi imparino ad andare d’accordo, senza tentare sperimentazioni scientifiche o fare lo sgambetto all’altro. Che il mercato cioè capisca che ha delle regole da rispettare, altrimenti il banco salterà e sarà infranto nella famosa bancarotta. E che lo Stato sia fedele al ruolo di arbitro senza simpatizzare politicamente per l’uno o l’altro dei partecipanti. Insomma: una liberà vigilata, un braccialetto elettronico che dia una bella scossa se qualcuno pensa di fare il furbo o il furbissimo. Solo così le due anime necessarie entrambe, potranno andare a braccetto e permettere a tutti di incontrare uno sviluppo sostenibile che porti frutti nel tempo.
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