È morto Eugenio Scalfari, il fondatore di “Repubblica”
Il giornalista e scrittore italiano Eugenio Scalfari è morto a 98 anni. Nato a Civitavecchia il 6 aprile del 1924, Scalfari è stato il primo direttore-manager dell’editoria italiana, padre di due creature editoriali, L’Espresso e Repubblica, nate dal nulla ma che in pochi anni hanno raggiunto i vertici della diffusione, lasciando un’impronta indelebile nella storia del Paese.
Dopo la giovinezza a Sanremo, dove al liceo classico ebbe come compagno di banco Italo Calvino, nei primi anni ’50 inizia a scrivere per il Mondo di Pannunzio e l’Europeo di Arrigo Benedetti. Nel ’55 con quest’ultimo fonda L’Espresso, primo settimanale italiano d’inchiesta. Scalfari vi lavora nella doppia veste di direttore amministrativo e collaboratore per l’economia. E quando Benedetti gli lascia il timone nel ’62, diventa il primo direttore-manager italiano, una figura all’epoca assolutamente inedita. Repubblica è la seconda grande impresa di Scalfari. Dopo un anno di attività vende 70mila copie avendo un break-even di 140mila, rischia la chiusura, ma negli anni ’80 comincia un’escalation che porta il giornale formato tabloid a vendere più di 500 mila copie. Nell’86 si arriva per la prima volta al sorpasso in edicola sul Corriere della Sera. Negli ultimi anni si è dedicato soprattutto alla scrittura. Da Pascal a Montaigne, da Voltaire a Kant, da Nietzsche a Hegel (in Incontro con io) affronta i temi cari all’Illuminismo (in Alla ricerca della morale perduta). Nel suo primo romanzo Il labirinto, uscito nel ’98, erano il rapporto tra sentimenti e ragione i temi al centro della sua riflessione, sviluppata poi ancora in L’uomo che credeva in Dio, Per l’alto mare aperto, Scuote l’anima mia Eros, La passione dell’etica, L’amore, la sfida, il destino.