È morto l’artista Hermann Nitsch
Il mondo dell’arte dice addio a Hermann Nitsch, tra gli artisti più controversi della seconda metà del Novecento. Nato a Vienna nel 1938, l’artista è morto all’età di 83 anni.
Hermann Nitsch era malato da tempo, ma era ancora così attivo da avere appena annunciato la sua prossima “azione” fra pittura e teatro: l’ormai celebre 6-Tage-Spiel che aveva potuto realizzare appieno solo nel 1998 per tutti i sei giorni teorizzati nel suo “Teatro delle Orge e dei misteri” e che intendeva ricreare integralmente la prossima estate. Le date erano già fissate per le prime due giornate: il 30 e il 31 luglio 2022.
Il suo lavoro è attualmente in mostra, in concomitanza con la Biennale Arte 2022, presso le Oficine 800 in Giudecca a Venezia. La mostra, dal titolo Hermann Nitsch: 20th painting action, organizzata da Zuecca Projects, presenta per la prima volta in Italia l’intera 20. malaktion, realizzata da Hermann Nitsch al Wiener Secession nel 1987: si tratta di un’imponente raccolta di painting action che comprende 52 opere, tra cui il dipinto più grande che l’artista abbia mai realizzato durante la sua carriera – di 20 metri di lunghezza – mescolando nel rosso intenso di sangue e pittura sacro e profano, reale e simbolico, furia e delicatezza del gesto.
Hermann Nitsch emerse sulla scena artistica inizialmente come parte del gruppo dell’Azionismo Viennese, assieme agli artisti Günter Brus, Otto Muehl e Rudolf Schwarzkogler. Il gruppo ha rappresentato la massima e più cruenta espressione della Body Art europea, usando il proprio corpo come medium e dando vita ad azioni di fortissimo impatto. Nitsch è stato tuttavia sempre più un artista a tutto campo: non solo pittore ma anche compositore, regista, scenografo. Una delle sue ultime creazioni è stata la messa in scena della Valichiria di Wagner per l’edizione 2021 del festival di Bayreuth come Gesamtkunstwerk.
Come pochi artisti ha avuto la fortuna di vedersi intitolare in vita ben due musei: nella cittadina di Mistelbach in Bassa Austria, a un’ora di auto da Vienna, e a Napoli, grazie all’impegno del gallerista e collezionista Beppe Morra.