È morto lo scrittore Javier Marías
Lo scrittore spagnolo Javier Marías è morto all’età di 70 anni, presso la Clinica Quirón di Madrid, a causa di problemi derivanti da una polmonite bilaterale.
Laureato in letteratura inglese, si è dedicato alla traduzione; intensa è stata anche la collaborazione con giornali e riviste letterarie. Tra il 1983 e il 1985 ha insegnato letteratura spagnola e teoria della traduzione sia presso la Oxford University in Gran Bretagna sia al Wellesley College nel Massachussetts. Le sue opere, che sono state tradotte in oltre trenta lingue, hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali. Temi ricorrenti della sua narrativa sono la poliedricità della realtà e l’impossibilità di spiegarla completamente; l’incapacità di decifrare ciò che ci circonda, che coinvolge anche la parola e il passato, le cui molteplici interpretazioni e possibili riletture sfuggono l’unicità dell’interpretazione. La costruzione del racconto tende a ritardare il procedere dell’intreccio e si sviluppa in ampi periodi, ricchi di incisi e divagazioni, in cui si inseriscono dialoghi penetranti.
A marzo del 2021 aveva pubblicato (in Italia è uscito nel 2022, per Einaudi) il suo sedicesimo romanzo intitolato Tomás Nevinson che si aggancia al fortunatissimo Berta Isla (2018) incentrato sulla storia di una spia che, apparentemente scomparsa da dodici anni, decide di rientrare in servizio. Proprio con questo romanzo lo scorso giugno si era aggiudicato il premio von Rezzori. Solo l’ultimo di una serie di prestigiosi riconoscimenti raccolti nel corso degli anni con le sue opere dal Premio Internazionale Bottari Lattes Grinzane al Premio Nonino nel 2011 e il Prix Femina Etranger, un premio francese assegnato da una giuria di sole donne. Infine il prestigiosissimo premio Rómulo Gallegos, considerato uno dei premi di narrativa in lingua spagnola più importanti del mondo. Tra i suoi titoli più noti al pubblico italiano, spiccano Tutte le anime, Un cuore così bianco, Domani nella battaglia pensa a me.