Cultura

Ecomusei, questi sconosciuti

Tipico paesaggio di vallata alpina tutelato dagli ecomusei. Foto: Silvia Calvi

L’ecomuseo è ancora poco conosciuto nel mondo, nonostante si sia affermato a livello culturale e normativo, da circa mezzo secolo a questa parte. L’ecomuseo è una particolare tipologia di museo, ma per la definizione esatta occorre affidarsi agli studiosi e agli etnografi che, in Francia, hanno animato il dibattito sul tema sin da anni Settanta del secolo scorso per ideare una “nuova museologia”. Il termine di “ecomuseo” è stato coniato nel 1971 dal francese Hugues de Varine, mentre la prima definizione la si deve all’intuizione del museologo Georges Henri Rivière, che collaborava con Hugues de Varine. Si riporta uno dei passi più significativi e (quasi) poetici:

«[L’ecomuseo] è uno specchio dove la popolazione si guarda, per riconoscersi in esso, dove cerca spiegazioni del territorio al quale è legata, unite a quelle delle popolazioni che l’hanno preceduta».

In altre parole, per Rivière l’ecomuseo è un luogo di relazioni, collaborazione fra cittadini e istituzioni, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale. 

Come si può immaginare, l’ecomuseo ha avuto un impatto a dir poco rivoluzionario nel mondo della cultura e nella società, mettendo  in crisi la tradizionale idea di museo e ampliando quella di patrimonio culturale con l’aggiunta dei beni immateriali (tradizioni orali e popolari, spettacoli, musiche, rituali ecc.). Con l’ecomuseo è sorto un nuovo modello culturale che oggi, alla luce degli accesi dibattiti sull’ambiente, è quanto mai importante. Esso permette, infatti, di valorizzare le risorse naturali, storiche e culturali di un territorio e dei suoi abitanti a 360 gradi. Il volume Ecomusei. Guida europea di Maurizio Maggi (2002) è la prima guida in lingua italiana sugli ecomusei in Europa e in Svizzera (duecento località in sedici paesi). Secondo Maggi l’ecomuseo si definisce come «un patto – un accordo non scritto, ma condiviso – con il quale la comunità si impegna a prendersi cura di un territorio».

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