Il Corso di giornalismo della Svizzera italiana ha inaugurato la sua nuova edizione con Ezio Mauro, giornalista e scrittore, già direttore di «Repubblica» e de «La Stampa», introdotto dal giornalista Roberto Antonini, e dalla giornalista Natascha Fioretti, che ha moderato l’incontro. Ezio Mauro – ha esordito Antonini – dà un senso al nostro lavoro di giornalisti perché ha saputo scavare nella storia con oggettività. Garantire al lavoro di giornalista uno spessore di qualità, con livelli di consapevolezza che vengono continuamente rimessi in discussione e sabotati dai social, per Mauro è una sfida costante che non può concedersi cedimenti, così come lo sarà la sfida epocale dell’intelligenza artificiale. Ezio Mauro ha raccontato il suo percorso professionale, intriso di particolari come quando, dopo vent’anni, lascia «Repubblica». Tra le sue priorità vi è sempre stato l’intento di fare bene il suo lavoro. Raccontando delle sue paure, come la paura del vuoto quando si è trovato a decidere di lasciare un incarico per affrontarne uno nuovo, Mauro ha ripercorso le coincidenze che lo hanno portato a delle decisioni importanti, con sullo sfondo le congiunture del momento, o il clima politico.
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