Lugano Dance Project

“Fables” e “The Divine Cypher” debuttano a Lugano

“The Divine Cypher” di Ana Pi. © Daniel Nicoalevsky Maria

La terza giornata di Lugano Dance Project prosegue venerdì 27 maggio con numerosi appuntamenti: le performance Monumentum the second sleep di Cristina Kristal Rizzo (MASI, ore 11-13; replica il 28.05 alle 10.30-12.30), The Divine Cypher di Ana Pi (Teatrostudio LAC, ore 17), Shadowpieces di Cindy Van Acker (cantiere navale SNL, ore 19; replica il 28.05 alle 19) e Suite Zero di Simona Bertozzi (Agorà LAC, ore 19). In programma anche una tavola rotonda sul ruolo delle donne nella danza (Sala 1 LAC, ore 14.00) e la prima nazionale di Fables di Virginie Brunelle (Sala Teatro LAC, ore 20.30). Per gli eventi di giovedì 26 maggio v. l’articolo dedicato.

 

Gli eventi di venerdì 27 maggio

Tra le 11.00 e le 13.00 (ingresso su quattro turni) il Museo d’arte della svizzera italiana si apre per la prima volta alla danza accogliendo il lavoro che Cristina Kristal Rizzo ha pensato appositamente per i suoi spazi. Già prodotta dal LAC nel 2017 in VN Serenade, Rizzo torna a Lugano con il primo studio di Monumentum the second sleep, lavoro in forma di assolo di cui firma ideazione, coreografia, scenografia e costumi, affidando l’interpretazione a Megumi Eda, già storica danzatrice di Karole Armitage. Un tributo alla potenza della vita reso nel luogo in cui arte, filosofia e forma si incontrano.

La Sala 1 del LAC, alle 14.00, ospita Notes on Choreography and Women work. How we have changed, tavola rotonda sul ruolo delle donne nella danza. Accompagnate dalle studiose Marisa C. Hayes e Katja Vaghi, intervengono: Nicoletta Mongini, responsabile cultura della Fondazione Monte Verità; Chlotilde Cardinal, direttrice della programmazione artistica Place des Arts, Quebec; Catja Loepfe, direttrice artistica Tanzhaus Zürich; Monica Gillette, dramaturg e curatrice artistica Theater Freiburg e Freiburg University; Joanna Lesnierowska, drammaturga, autrice e direttrice della Arts Station Foundation della Engadina; Elisabetta Neumann Waterhouse, ricercatrice all’Università di Berna.

Al Teatrostudio del LAC, alle ore 17.00, debutta la prima nazionale di The Divine Cypher, lavoro di cui è protagonista e interprete Ana Pi, giovane danzatrice e coreografa brasiliana. Un lavoro realizzato in forma di road movie cinematografico, in cui Ana Pi incontra la figura di Maya Deren, regista sperimentale di origine ucraina che negli anni Quaranta del secolo scorso studiò la cultura haitiana, le sue danze, la religione voodoo; la sua esperienza è documentata nel libro The Divine Horsemen: The Living Gods of Haiti e nel documentario omonimo girato negli anni Cinquanta e pubblicato postumo. Vincitrice di una borsa di studio del Cisneros Research Institute del MoMA di New York, Ana Pi, ispirandosi ai sogni e ai gesti filmati da Marya Deren, si interroga sulla storia di queste danze e sul loro ruolo nel presente.

Il cantiere navale della Società Navigazione del Lago di Lugano, alle ore 19.00, ospita quattro dei dieci assoli che compongono Shadowpieces, progetto a cui Cindy Van Acker si dedica dal 2018. In Shadowpieces la celebre coreografa svizzera rivisita un format che ha segnato il suo debutto sulla scena internazionale. Ascolto, empatia, sintonia: queste le suggestioni su cui Van Acker sviluppa la scrittura coreografica entrando in dialogo con le qualità di ciascun danzatore, esprimendo energia, colore ed espressività. Quattro assoli il cui filo conduttore è l’intenso rapporto con la musica scelta dagli interpreti su una selezione musicale proposta da Van Acker.

“Fables” di Virginie Brunelle. © Raphael Ouellet

L’Agorà del LAC, sempre alle ore 19.00, ospita la replica di Suite Zero, progetto coreografico e musicale di cui sono autori la danzatrice e performer Simona Bertozzi e il violoncellista Claudio Pasceri.

Infine, nella Sala Teatro del LAC, alle ore 20.30, debutta Fables, della canadese Virginie Brunelle. Capace di far vivere allo spettatore un’esperienza potente, in Fables dirige un ensemble di dodici interpreti. Partendo dalla riflessione che tra la parola favola (in greco Mythos) e la parola coreografia (in greco Khoreia) esiste un territorio scenico tutto da esplorare, Brunelle – che si avvale della consulenza drammaturgica di Nicolas Berzi – ci invita a seguirla nello sviluppo di un racconto coreografico in cui i personaggi mostrano disincanto, estasi, crepe, fragilità, rivelando lati nascosti ma anche luce e speranza.

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