Teatro

Fondazione Claudia Lombardi: una stagione all’insegna della bellezza

«Cose come l’arte, la poesia, la musica, sono venute a illuminare il mondo! In certa gente ha cominciato a germogliare qualche seme di gentilezza, che noi dobbiamo far fiorire! Custodire e sventolare come una bandiera! Dovunque ci porti questo oscuro cammino… non retrocedere al livello dei bruti!» (Tennessee Williams)

La stagione 2024/2025 della Fondazione Claudia Lombardi per il teatro, intitolata A illuminare il mondo, fa sue le parole di Tennessee Williams proponendo degli spettacoli «in cui un’umanità delicata si contrappone alla violenza del mondo che abita», con l’obiettivo di «guardare oltre l’immediato e tenere alto il pensiero», «riconnetterci con la bellezza e l’umanità».

 

Una rassegna per tutti (ottobre-dicembre 2024)

La nuova stagione prende il via con tre spettacoli dedicati ai più piccoli e alle loro famiglie: Amandina – Non badate a me (20.10) di Fattoria Vittadini, un inno alla timidezza e al suo potere sovversivo, quello di riportare le persone verso una specifica e accurata attitudine di osservazione e ascolto; La soffitta delle stelle (17.11) di Teatro Centrifuga, scritto e interpretato da Elisa Baio e Giuseppe Guerrieri, che pone in dialogo scienza e immaginazione, curiosità e sapere; La piccola Mozart (01.12) di Ensemble Teatro, spettacolo interattivo volto a sensibilizzare il giovane pubblico sulla parità di genere e a incoraggiare la libera espressione delle proprie passioni.

Tutti gli spettacoli hanno inizio alle ore 16.00 e sono seguiti da un dialogo con gli artisti e da una merenda gratuita.

 

Nuova drammaturgia (gennaio-maggio 2025)

Il nuovo anno si apre con Un live Podcast (24-25.01 al Teatro Foce), della compagnia Divano project, spettacolo vincitore del bando testinscena® 2024, il concorso di nuova drammaturgia in lingua italiana organizzato e sostenuto dalla Fondazione Claudia Lombardi per il teatro. I protagonisti sono quattro ragazzi che decidono di realizzare un podcast sull’Otello: il lavoro si interroga sulla ricerca della verità nel racconto, in un’epoca in cui diventare narratori di se stessi e inventarsi personaggi che recitano un ruolo costituiscono un paradigma imperante per la realizzazione personale.

Sarà poi la volta di Tre giri di valzer senza far rumore (12.02), della compagnia Gallucci/Gallo, ispirato a Il Gabbiano di Čechov: è il ritorno in un luogo dell’infanzia, in un tempo immobile e nostalgico che ha come sottofondo il suono dell’estate che finisce, il rumore del mare che si ingrossa e la musica ovattata dei balli di gruppo.

Segue lo spettacolo No (12.03) di Annalisa Limardi, che indaga la difficoltà di definizione dei propri confini personali: l’attrice, con un microfono ad impersonare le pressioni del mondo esterno, indaga i risvolti sociali e l’impatto violento che derivano dalla difesa della propria individualità.

Eleonora Cicconi e Verdiana Vono presenteranno poi un’anteprima di Tinta. Una storia autobiografica(02.04): in un viaggio oltreoceano una nonna e una nipote adolescente ripercorrono la traversata e le avversità che nel 1959 la stessa nonna, allora sedicenne, affrontò nel tentativo di lasciare la Sicilia del Secondo dopoguerra non solo per inseguire l’amore, ma anche per fuggire da un mondo arretrato, opprimente e giudicante.

La rassegna prosegue con La balena 52 Hertz (07.05), work in progress in cui la compagnia Collectif Humagine! affronta i temi dell’autismo e del pensiero neurodivergente, nel tentativo di esplorare vari fenomeni della vita personale e interpersonale del soggetto diagnosticato, spesso trascurati o fraintesi. Lo scopo è quello di gettar luce sui meccanismi compensatori, i processi di apprendimento e i linguaggi peculiari dell’autismo con particolare attenzione alla sua declinazione al femminile, ampiamente sottodiagnosticata.

Infine, andrà in scena Tecniche di lavoro di gruppo (21.05) di Dimore Creative: Pietro Cerchiello interpreta un giovane attore che insegna in una scuola media di periferia, ecosistema rappresentativo del grande e complesso universo in cui viviamo, dove interrogarsi sul ruolo dell’arte e del teatro è un’urgenza che non si può rimandare.

Tutti gli spettacoli hanno inizio alle ore 20.00, ad eccezione di quello inaugurale al Foce (ore 20.30) e sono seguiti da un dialogo aperto con il pubblico e da una risottata.

 

gARTen (luglio 2025)

Dal 2 al 4 luglio torna gARTen, il festival di teatro nel parco della Fondazione, interamente gratuito. Il focus resta sul teatro e sulle forme d’arte ad esso connesse, passando per prosa, danza, e physical theatre. La giornata di apertura sarà dedicata ad artisti e artiste provenienti dall’Accademia Teatro Dimitri, che propongono le loro performance, ognuna con il suo specifico linguaggio, ma con in comune l’intento di indagare il nostro tempo. Spazio al non-verbale, al teatro di figura, alla danza contemporanea, al canto, alla giocoleria, alla pantomima e a molto altro ancora. Tra gli spettacoli proposti: Fanny Déglise e Salomé Coquoz portano in scena un progetto di teatro fisico coreografato, dal titolo Suturer le vide, attraverso cui esplorano luci e ombre del proprio rapporto con l’infanzia, nel coraggioso tentativo di rivelare e raccontare. Parola Vegetale, del KollektivARB, ci invita a cambiare prospettiva sul mondo naturale: cosa succederebbe se ci mettessimo in ascolto, considerando le piante nostre pari e nostre maestre? Cosa accadrebbe se gli esseri umani cominciassero a pensare come piante? E cosa ne sarebbe delle piante se cominciassero a comportarsi come esseri umani?

Altri spettacoli del festival sono in via di definizione.

 

Per maggiori informazioni: www.fondazioneteatro.ch

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