Fondazione Felix Leemann 2020-2024: gli storici premiati
Venerdì 17 gennaio presso la Biblioteca Salita dei Frati a Lugano si è tenuta la cerimonia di consegna del Premio Fondazione Felix Leemann 2020-2024. Dopo una breve introduzione da parte del prof. Aurelio Sargenti, presidente dell’Associazione Biblioteca Salita dei Frati, l’avv. Andrea Pozzi, presidente del Consiglio della Fondazione, ha illustrato le peculiarità della Fondazione Felix Leemann e l’attività svolta dal 1986 in poi, in particolare con l’attribuzione di oltre 4,5 mio di franchi sottoforma di aiuti allo studio a favore di studenti ticinesi e grigionesi di lingua italiana.
Damiano Bardelli ha ricevuto un premio di 5.000 franchi per la sua tesi di dottorato La Societé littéraire de Lausanne, Sociabilité et débats de réforme, giudicata la migliore fra le opere in concorso. La Laudatio della prof. Simona Boscani Leoni, docente di storia moderna all’Università di Losanna, ha evidenziato che la tesi di dottorato di Bardelli rappresenta un contributo fondamentale per gli studi sulla storia intellettuale dell’Antica Confederazione e si appresta a diventare un punto di riferimento imprescindibile per la ricerca sull’Illuminismo svizzero ed europeo. Attraverso un’analisi approfondita dell’attività della Société littéraire di Losanna, l’autore ne evidenzia il ruolo centrale nei dibattiti culturali dell’epoca riguardo alle questioni della sensibilità, dei pregiudizi e del lusso. Sul piano metodologico, la tesi fa capo a un ventaglio molto ampio e diversificato di fonti provenienti da svariati fondi archivistici e si distingue per un approccio critico attento che mette in luce le logiche discorsive sviluppatesi all’interno della società losannese e della Société littéraire. Al volume di analisi si accompagna l’edizione di numerose fonti inedite.
Una menzione speciale è stata attribuita ad Irina Emelianova, presente alla cerimonia, per il suo lavoro “Visioni Dantesche”. I monumenti architettonici non realizzati a Dante Alighieri e alla “Divina Commedia” tra le due guerre. La Laudatio del prof. Luigi Lorenzetti, docente di storia moderna e contemporanea all’Accademia di Architettura di Mendrisio, ha sottilineato che attraverso un approccio che unisce la storia dell’arte e dell’architettura alla storia delle idee e delle ideologie, la tesi di dottorato di Emelianova mette in relazione alcuni progetti di monumenti commemorativi dedicati a Dante, elaborati in epoca fascista (ma mai realizzati), con il lungo processo di costruzione dell’identità nazionale italiana, definitosi tra l’epoca risorgimentale e il Ventennio attraverso il culto dantesco. Ne risulta un’indagine ricca di spunti originali che, grazie alla raccolta di un variegato corpus documentario e alla presa in esame di alcuni snodi concettuali focalizzati sulla nozione di monumento nazionale e sul rapporto tra utopia e ideologia, sottolinea il complesso legame tra architettura, politica e ideologia in epoca fascista.
Una seconda menzione speciale è stata attribuita a Naima Maggetti (assente per motivi di salute), per la sua opera Les ambiguïtés de la fin de l’Empire: Relégitimer le projet impérial britannique à l’époque de la décolonisation (1945-1957). La Laudatio di Nicola Soldini, già docente all’USI e docente SUPSI, Facoltà di architettura, ha segnalato che ambiguità e rilegittimazione sono i due termini chiave della tesi di dottorato di Maggetti, sul tema della crisi dell’impero coloniale britannico e della sua progressiva dissoluzione, riproposto nel suo fatale epilogo dall’immediato dopoguerra fino alla crisi di Suez del 1956. L’argomento, tanto ampio, complesso e articolato, già analizzato da prospettive diverse e da una cospicua messe di studi, è qui riletto da un cono peculiare di osservazione e da una documentazione di primaria importanza, le fonti istituzionali governative, ufficiali e private. In particolare, l’autrice con grande chiarezza e notevole pertinenza critica individua le coordinate ideologiche, i mutamenti interni e le nuove modalità discorsive o retoriche dell’establishment britannico, fornendo un convincente quadro concettuale. Risulta un’analisi acuta e perspicua dell’estremo tentativo di legittimazione di un assetto imperiale, rivelatosi anacronistico e consegnato ormai a un inesorabile destino nel quadro delle relazioni internazionali e dei nuovi assetti globali.