Fondazione Matasci per l’Arte, mostra omaggio per ricordare l’artista Giuseppe Bolzani
Fondazione Matasci per l’Arte a Cugnasco-Gerra presenta, dal 26 settembre 2021 al 30 gennaio 2022, l’esposizione Nel bosco incantato di Giuseppe Bolzani per ricordare l’artista a cento anni dalla nascita e mettere a confronto le sue opere con quelle di undici artisti della sua generazione, ovvero: Zoran Music (1909-2005), Ennio Morlotti (1910-1992), Piero Giunni (1912-2000), Ubaldo Monico (1912-1983), Alfredo Chighine (1914-1974), Edmondo Dobrzanski (1914-1997), Claudio Baccalà (1923-2007), Sergio Emery (1928-2003), Tino Repetto (1929-2017), Massimo Cavalli (1930-2017), Piero Ruggeri (1930-2009).
Originario di Mendrisio, Giuseppe Bolzani nasce a Bellinzona il 30 agosto 1921. Studia all’Accademia di Brera, allievo di Carpi, Carrà e Funi, diplomandosi nel 1947. Dopo un soggiorno a Parigi nel 1949, è ospite per due anni dell’Istituto svizzero a Roma. Per circa un decennio si occupa anche della realizzazione di affreschi in edifici pubblici, al Palazzo delle dogane di Chiasso (1949), nell’aula magna della Scuola superiore di commercio di Bellinzona (1952), nella chiesa parrocchiale di Quartino (1956) – distrutto – e nel Palazzo del Governo di Bellinzona (1957). Nel 1952 è invitato a partecipare al “Gruppo della Barca” – costituitosi in occasione della decorazione delle cappelle della Via Crucis di Comologno (Valle Onsernone) – con Mario Marioni, Pietro Salati e Alberto Salvioni, con i quali si presenta in una serie di esposizioni nel Ticino e nella Svizzera interna.
Nel 1960 ritorna a Parigi per un soggiorno di studio; poi riprende l’attività pubblica con il lavoro per l’Expo di Losanna del 1964, che si rinnoverà negli anni ’80 con l’affresco per il Liceo cantonale di Mendrisio (1984). Muore il 26 luglio 2002 a Mendrisio.
«Le opere dell’artista, da sempre o quasi, rivelano questo dualismo: una zona fluida, libera, a tratti poeticamente distesa, di colore; e un’energia forte che le attraversa, una struttura secca, decisa, spezzata, frammentata. Una struttura ossea piantata dentro la carne, che la sorregge e la sconvolge, mescolandosi, imponendosi a volte con durezza. L’eleganza, lo charme cedono il passo alla sferzata impietosa, alla volontà di riscatto di una misura forte, rigorosa, che rimuova l’antica armonia, con il suoi palpiti lirici, sentiti come cedimenti: libertà e rigore, ordine e invenzione. Sì, l’opera dell’artista è lo specchio dell’anima e del corpo, in questo caso, con la quiete e le rivolte improvvise sempre pronte, le stagioni non hanno scalfito nel profondo né l’una né l’altro: solo quel tanto che serve a limare il superfluo, a proteggere l’essenza. L’essenza delle cose, l’essenza della vita, in un atto prolungato di fedeltà alla pittura che dà loro diritto di cittadinanza oltre la durata breve di troppi cimenti effimeri che contrassegnano la contemporaneità». (Claudio Nembrini. Giuseppe Bolzani. Artisti nel Ticino. Edizioni della Banca dello Stato del Cantone Ticino, 1999).
MAGGIORI INFORMAZIONI
Deposito Collezione Matasci
Fondazione Matasci per l’Arte
Via Riazzino 3 (Cugnasco-Gerra, Ticino)
Aperto tutte le domeniche dalle 14.00 alle 18.00
Tel. +41 (0)78 601 60 24 | arte@matasci.com