Lutto

Fulvia Sommaruga, raffinata artista esperta di moda e di costumi tradizionali

Fulvia Sommaruga

Ci ha lasciato Fulvia Sommaruga (1931), donna coraggiosa, elegante ed interessante in campo culturale, sia per la sua produzione artistica che nell’indagine e nella riproposta dei costumi popolari ticinesi. Figlia di Piero Tamò (1899-1966), uno dei più noti pittori e poeti svizzeroitaliani del Novecento, aveva iniziato a disegnare e dipingere giovanissima sotto la rigorosa guida del padre. Il suo primo campo professionale d’indagine è costituito dai costumi popolari del passato e della civiltà contadina, con particolare riferimento al Ticino e alle sue valli, Verzasca in primis. Frequenta la Scuola d’arte moda e costume a Milano e poi la Scuola d’arte e figura alla Kunstgewerbeschule di Zurigo.

Su queste basi inizia a disegnare decine, centinaia di modelli e linee di moda per famose Case produttrici, proponendo soluzioni nuove per quanto collegate alla tradizione, che è andata aggiornando. Ha coltivato questo interesse per tutta la sua vita, come conferma il contributo al libro Costumi e abbigliamenti della gente ticinese edito nel 2000: testi di Giuseppina Ortelli Taroni, illustrazioni di Fulvia Sommaruga. Dal 1952 e per diversi anni si è dedicata all’illustrazione di libri e novelle, continuando nel frattempo l’attività di stilista per importanti Case di moda a Zurigo, Basilea, Parigi e Milano. Dal 1973 e per oltre vent’anni si è occupata del versante artistico del negozio di famiglia a Lugano, dedicato in un primo tempo alle porcellane. Quel negozio, che via via si arricchisce di cose belle per la casa e gestito con il marito Fernando Sommaruga, accanto al successo commerciale diventa una vera e propria casa dell’arte frequentata da artisti, così come i successivi negozi, che sono parte della moderna storia commerciale di Lugano, gestiti prima da Fernando e Fulvia, poi e tuttora dalla figlia Lorenza.

Uno dei modelli disegnati da Fulvia Sommaruga per le Case di moda

Uno dei modelli disegnati da Fulvia Sommaruga per le Case di moda

La costante attenzione e l’impegno nel campo della pittura, (disegno e acquarello, tempera e olio su tela) si è esplicitata in un’attività continua per quanto riservata fino al 1989, anno in cui inizia una serie di esposizioni, una quindicina tra Svizzera e Italia. Vanno ricordate in particolare le personali e le collettive alla Galleria L’Incontro di Lugano e, in Italia, dall’editore e gallerista Giorgio Ghelfi a Verona e Montecatini, accompagnate dalla pubblicazione di una monografia sui suoi lavori pittorici. La sua pittura si concentra in particolare sulla figura femminile e sul paesaggio, talvolta cercando una possibile integrazione tra l’uno e l’altra: gradualmente le figure femminili diventano paesaggi e i paesaggi figure. Sempre con una notevole sensibilità al colore e una assidua ricerca sui materiali per la pittura, che molto la coinvolgeva. E mai trascurando le sue attente indagini sulla cultura rustica e specificamente sui costumi tradizionali, in cui era diventata un’esperta e i cui colori confluivano anche nelle sue opere pittoriche. Solidale con le donne, ha fatto parte di associazioni femminili in cui ha portato la sua competenza, la sua eleganza e uno spirito collaborativo.

Dalmazio Ambrosioni

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