Giovanni Battista Buzzi-Cantone, poeta ed esule in Ticino
Sabato 15 giugno, nella sala polivalente della Clinica di Novaggio, il Museo del Malcantone presenterà, alle ore 17.00, la sua nuova pubblicazione dedicata a Giovanni Battista Buzzi-Cantone, esule risorgimentale, insegnante e poeta.
Proprio nel parco della Clinica sorge Vill’Alta, una dimora signorile che preserva la memoria dei Buzzi-Cantone, una famiglia originaria di Gera Lario sul lago di Como che in poco più di 50 anni è riuscita a lasciare un segno duraturo nelle pagine della storia del Malcantone. La villa è stata costruita nel 1897-98, su progetto dell’architetto berlinese Otto Stahn, per il medico Fausto Buzzi-Cantone, figlio dell’esule risorgimentale Giovanni Battista, e nel suo parco sorge un mausoleo privato, dove sono riunite le ceneri di diversi membri della famiglia.
Questo volumetto, con contributi di Massimo Chiaruttini, Pietro Montorfani e Damiano Robbiani, ripercorre la vita del capostipite, Giovanni Battista (1825-1898), soldato garibaldino che nel 1849 ripara in Ticino (dapprima a Curio, poi a Lugano e Novaggio), e parte da una delle rare tracce documentarie che ha lasciato, oggi conservata al Museo del Malcantone: la raccolta manoscritta delle sue poesie, le quali, quasi fossero un diario, ci raccontano in versi vicende e relazioni di una vita.
Nato a Gera Lario sul lago di Como nel 1825, Giovanni Battista Buzzi-Cantone partecipò come volontario alle Cinque Giornate di Milano e alla difesa della Repubblica Romana negli anni 1848-49. Riparato in Ticino, insegnò dapprima alla scuola maggiore e del disegno di Curio (1850-61), dove sposò Maddalena Avanzini nel 1853, e fu poi professore di grammatica e retorica al ginnasio di Lugano fino al 1877, quando, con l’ascesa al potere dei conservatori, gli venne tolta la cattedra per motivi politici. Dal 1891 al 1894 fu direttore delle scuole comunali di Lugano. Fu inoltre autore di poesie patriottiche e di novelle che pubblicò su numerosi periodici e in particolare sull’“Educatore della Svizzera italiana”, che diresse negli anni 1886-96. Con i suoi versi ha raccontato il Ticino politico e culturale della seconda metà dell’Ottocento.