Devo confessare che sto prendendo gusto ad aggirarmi come una turista straniera per paraggi, zone a due passi da casa, raggiungibili comunque a piedi per chi è allenato a camminare, naturalmente. Non è che scopra tutto oggi causa pandemia, però posso fare il confronto con diversi anni or sono. Soprattutto i prati a Savosa sono stati falcidiati da una cementificazione selvaggia. C’è ancora una fattoria con mucche ma poco più in là quartieri di moderne case alveari, desolanti nella loro ricerca di un esotismo d’accatto. Il parchetto con quattro giochi per bambini, la pseudo oasi con panchine in mezzo ad un verde spelacchiato e non solo per motivi autunnali. Il vialetto sterrato. L’insieme sembra piuttosto abbandonato e non si contano gli appartamenti sfitti, due o tre sono i nomi all’entrata dei palazzi montati in serie con “staccionate” di finto ruggine. La malinconia di una sinistra periferia cavalca l’impressione.
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