Stiamo incamminandoci verso un Natale che sarà sicuramente diverso da tutti quelli fin qui vissuti. La nascita di Gesù resta con tutto il suo significato: è il primo battito della cristianità. Cambia assai la cornice che avvolge la ricorrenza: a causa della “covid” molte usanze non si ripeteranno. C’è un denso percorso di pagine che aiuta a non disperdere il messaggio che si irradia da Betlemme. Don Andrea Mardegan è l’autore del bel libro Giuseppe e Maria – La nostra storia d’amore (ed. Paoline). È un viaggio molto intenso e coinvolgente che porta a conoscere a fondo la vita di due figure centrali nella storia del cristianesimo.
Come le è venuta l’intuizione di quest’approccio alla “storia d’amore” di Giuseppe e di Maria?
Meditavo per capire come impostare il libro su Giuseppe che l’editore mi aveva proposto, e si è affacciata questa prospettiva, che mi è apparsa subito affascinante.
Che cosa ha scoperto, strada facendo, mentre si documentava, che non conosceva e che l’ha colpita della Sacra Famiglia di Nazaret?
La fatica che devono aver fatto a portare questo grande mistero dentro di sé.
Cuore, sentimenti, umanità da una parte e spiritualità, fede, mistero dall’altra in che misura e in che rapporto stanno dentro le sue pagine e nella sua vita da prete?
Cerco di vivere e di insegnare che come l’umanità e la divinità sono unite in Gesù, così lo devono essere nella nostra vita.
Dovendo scegliere una virtù segnante per lei, quale indicherebbe per Giuseppe e quale per Maria?
Anche qui li terrei insieme: per entrambi la capacità di dialogo reciproco, aperto, umile, che, tra i due, nel Vangelo non è esplicitato. Dialogo per entrare in relazione, per conoscersi e capirsi, per accettarsi, per risolvere i problemi che la vita presenta, per sostenersi, per capire insieme i disegni di Dio su di loro.
Il monaco e teologo protestante (ma ecumenico) Max Thurian ha definito la Vergine una “vivente per noi”. Lei come si sente di proporci la Madonna?
Una madre che ama e che c’è sempre.
Maria fu prescelta da Dio per essere madre di Gesù: diciamo che quel “sì” all’arcangelo Gabriele le è costato non poche sofferenze e incomprensioni…
Si, per questo può aiutare ciascuno di noi a non meravigliarsi delle difficoltà che sorgono quando si dice sì a Dio.
Siamo in un tempo in cui l’apparire domina sull’essere. Nel suo ministero sacerdotale come riesce a far passare l’immagine di “operoso nascondimento e di amore vero” con cui visse Maria, “stracolma di gioia da distribuire”?
Cercando di rispondere di sì a tutto ciò che mi viene chiesto.
Come spiega che la tenerezza, una dominante del libro, assurga a unica strada che permette al dolore di trasformarsi in amore?
Il dolore è l’altra faccia dell’amore, ma porta in sé l’insidia di dimenticarsene, e di rimanere con se stesso, perdendo il senso del suo esistere. Se interviene un gesto o una parola di tenerezza, il dolore può ricordarsi che la sua origine, il suo motivo ultimo, è l’amore che salva.
“Dover vivere la prudenza o il coraggio”: questo il difficile bivio dove spesso ci troviamo. “La prudenza è coraggio, è amore?” si domanda la Madonna. Quale la sua risposta?
A volte la prudenza è coraggio, e altre volte il coraggio è prudenza. Capiremo il da farsi meditando, e in dialogo con un amico, lo sposo con la sposa, i figli con i genitori, e tutti con Giuseppe e Maria, con Gesù e con lo Spirito Santo.
Giuseppe Zois
Don Andrea Mardegan (Milano, 1955), prete da 36 anni, è laureato in Lettere e Teologia biblica. Dopo un’ampia esperienza pastorale fra gli studenti universitari e con le famiglie, ora si dedica alla parola, scritta e predicata. Per le Paoline è autore di diversi libri di spiritualità: come Maria. Il mio cuore svelato (2016); Contemplare Cristo con gli occhi di Maria sui misteri del rosario; Sorpresi dall’amore. Incontri personali con Cristo . Suo titolo più recente, che sta incontrando una bella diffusione (è alla terza edizione): Giuseppe e Maria. La nostra storia d’amore, illustrata con gli acquerelli di Anna Maria Trevisan. Dal 2012 cura il blog Tra le righe del Vangelo.
Questo libro ha molti meriti: è appassionante, fa conoscere la Madonna di tutti i suoi non facili giorni, fa voler bene alle figure di queste pagine, i protagonisti assoluti, cioè Maria, Giuseppe e Gesù, ma anche altre, come Anna e Gioacchino, la figura di Elisabetta, gli angeli dei sogni, i pastori, i Magi.
Estratto dal volume: Un cielo terso, pieno di stelle