Teatro

Gli ultimi appuntamenti del FIT al LAC

©LAC Lugano – Luca Del Pia

Proseguono gli appuntamenti del FIT Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea al LAC.

Giovedì 10 ottobre alle ore 20.30 il palco del LAC ospita nuovamente Arkadi Zaides, grande nome della scena internazionale che presenta in prima svizzera il suo nuovo lavoro The Cloud, in cui esplora i fenomeni naturali/artificiali di una nuvola e la sua complessa relazione materiale e simbolica con l’azione umana. Zaides riflette su come, proprio come le nuvole in natura, molti aspetti delle nuove tecnologie sfuggono alla nostra piena comprensione e integrazione nella vita quotidiana, evidenziando in particolare la natura ambigua ed espansiva dell’intelligenza artificiale. Al termine Arkadi Zaides incontra il pubblico.

Venerdì 11 ottobre alle ore 18 (replica sabato 12 alle 20.30) il Teatrostudio del LAC accoglie la prima assoluta de L’estasi della lotta, una produzione LAC Lugano Arte e Cultura. Scritto da Angela Dematté, è un progetto molto intimo e personale di Carlotta Viscovo, attrice torinese per anni portavoce dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo, la cui vita risuona di quella della scultrice francese Camille Claudel. Due artiste che non sanno tenere insieme le cose: l’ambizione legata alla propria arte e l’ansia di verità e di giustizia. In scena c’è un corpo che si fa scultura e che dialoga con la scultura. Dietro e insieme a questo, le parole e le immagini concrete e quotidiane, logiche e forti di una vita presente e passata, quella di Carlotta e delle sue lotte sindacali. Un personaggio che attraversa Carlotta e Camille. Un personaggio che indaga qual è il rapporto tra corpo e protesta, tra la dimensione intima e il ruolo politico dell’artista, tra l’arte e il mercato, l’ambizione e l’autosabotaggio. La parola come strumento di lotta non basta, occorre tornare al corpo, farlo vibrare nella sua potenza, per raggiungere l’estasi.

Venerdì 11 ottobre alle 20.30 il palco del LAC ospita El Adaptor di cui è protagonista il coreografo Marco Berrettini che lo ha creato insieme a Milena Keller. Keller e Berrettini appartengono a generazioni diverse e su molte questioni hanno opinioni divergenti; una divisione che viene messa al servizio dello spettacolo che cerca uno stato di crisi, di tensione simile alla corrida. Con umorismo e derisione, il duo cerca attraverso la danza, la musica, gli schizzi e persino la poesia sonora come oltrepassare questo confine, in bilico tra due tempi, due forze opposte. Probabilmente scopriremo danze vegane che faranno guerra alle danze carnivore, alcuni testi dovranno – senza dubbio – essere censurati, altri allo stesso tempo rasenteranno l’appropriazione culturale, e questo contro ogni previsione.

La programmazione della 33° edizione del FIT Festival si chiude domenica 13 ottobre alle ore 20.30 sul palco del LAC con Wannabe del coreografo Kiyan Khoshoie, artista svizzero-iraniano, che invita il pubblico ad entrare nella sua infanzia, in un territorio di gioco, ad esplorare ciò che resta e a chiedersi se il bambino o la bambina che eravamo sia ancora in dialogo con le persone che siamo oggi.

Per gli spettacoli del FIT al Teatro Foce di Lugano v. l’articolo dedicato.

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