Musica

“High in The Sky”: Frank Salis presenta il suo nuovo album

Sabato 26 novembre il Jazz Cat Club si sposta al Teatro Sociale di Bellinzona per celebrare l’uscita di High in The Sky, il secondo album che il polistrumentista e compositore ticinese Frank Salis ha registrato fra New Orleans e la Svizzera italiana con la partecipazione di artisti della Città del Delta e lo zampino di Nicolas Gilliet alla produzione. La serata, con inizio alle 20.45, coinvolgerà un folto gruppo di artisti di casa nostra: Daniel Macullo alla chitarra, Marco Cuzzovaglia alla batteria, André Sampaio al basso, Marco Nevano al sax e la voce di Angelo Powers. Ospiti speciali: Pedro Segundo alla batteria e Humberto Amésquita al trombone. Ulteriore motivo di interesse sarà la proiezione, realizzata in collaborazione con ArtExtension, di una serie di scatti in bianco e nero del fotografo e saggista milanese Matteo Ceschi, che documentano le varie tappe di realizzazione di High in The Sky. Questo progetto fotografico non solo impreziosisce la confezione dell’album ma accompagna visivamente le esibizioni di Frank Salis, come una narrazione visuale.

Esponente di spicco dell’organo hammond, ma anche polistrumentista (a Bellinzona lo vedremo al pianoforte), compositore, arrangiatore e docente all’Haute Ecole de Musique di Losanna, Salis calca i palcoscenici con successo da oltre un ventennio. High in The Sky, racconta Salis, è un viaggio fisico e mentale di più di 8000 chilometri compiuto negli ultimi tre anni per fare crescere nuove idee musicali insieme a un affiatato manipolo di musicisti. Una peregrinazione che ha fatto tappa ai Parlor Studios di New Orleans e all’Officina Recording nei Grigioni raccogliendo di volta in volta le suggestioni sonore di amici, musicisti e ospiti.

L’album si avvale della partecipazione di artisti di New Orleans come il trombonista Michael Watson, i trombettisti Ashlin Parker e Leon “Kid Chocolate” Brown, i cantanti John Boutté e Andres Osborne, l’esperto pianista David Torkanowsky, il batterista Gerald Watkins, accanto a musicisti di vari altri orizzonti come il batterista portoghese Pedro Segundo, il trombonista peruviano Humberto Amésquita e musicisti di casa nostra come il sassofonista Max Pizio, il chitarrista Daniel Macullo e suo fratello Jonas, abile tecnico del suono. A coordinare il tutto, il produttore discografico e manager Nicolas Gilliet. Ognuno – sotto l’attenta guida di Salis – ha contribuito al successo di High in the Sky inseguendo quelle immaginarie autostrade soniche capaci di mettere in intima connessione la tradizione di New Orleans con l’eclettismo e il sincretismo culturale che da ormai un secolo accompagna le fortune degli artisti elvetici.

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