Filosofia

“I luoghi del pensiero moderno” secondo Paolo Pagani

Grande successo di pubblico sabato 11 gennaio per il primo incontro del ciclo “Colazioni letterarie” al LAC. Davanti ad una numerosa platea (i posti vuoti erano davvero risibili), il giornalista di formazione filosofica Paolo Pagani ha presentato il suo libro: I luoghi del pensiero. Dove sono nate le idee che hanno cambiato il mondo. A dialogare con lui Yvonne Pesenti Salazar, una delle due curatrici della serie di conferenze organizzate dalla Società Dante Alighieri della Svizzera Italiana. Quello presentato al LAC è stato un vero e proprio itinerario nella modernità europea alla scoperta dei luoghi dove sono nate le idee che hanno cambiato il mondo. Il libro di Pagani – ha spiegato Pesenti Salazar – è un viaggio che si dipana su un arco temporale di tre secoli ed è caratterizzato da “binomi”: Spinoza e Cartesio, Darwin e Marx, Wittgestein e Heidegger. È una personale idea di Europa quella che viene presentata dall’autore e che parte dall’assunto che ciò che ha reso inimitabile il Vecchio Continente sia la cultura. Il “viaggio” parte dall’Olanda del Seicento che era allora la “New York dell’epoca”, un vero e proprio melting pot e da Spinoza per arrivare a Thomas Mann. Per Pagani esiste infatti un filo rosso che parte dal pensiero del filosofo di origine ebraica e arriva fino all’anti-totalitarismo dello scrittore tedesco. Quelli che presenta sono tutti personaggi “costruttori di mondi”, pensatori che volevano creare nuovi pensieri della realtà. Nell’itinerario del libro si parte dall’Olanda, ma si attraversa anche l’Inghilterra per trattare di Marx e Darwin. I luoghi per l’autore sono fondamentali per la storia del pensiero perché sono questi che hanno consentito a certe idee di venire fuori, alcune idee sono infatti chiuse nei luoghi.

Partire da Spinoza -spiega l’autore- era inevitabile perché è dal suo pensiero che inizia la modernità. Si tratta di una figura negletta, un ebreo-portoghese che fu cacciato e costretto a rifugiarsi in Olanda, ma allo stesso tempo è figlio del “secolo d’oro” di Leibniz, Hobbes, Cartesio. Spinoza è un personaggio che nasce in una condizione errabonda, che si rifugia nella società liberale che usciva da trent’anni di sanguinosissime guerre di religione tra Cattolici e Protestanti. Lì aveva scelto di vivere anche Cartesio perché come lui stesso diceva: «In Olanda non vi conosce nessuno». Emerge quindi il valore dell’isolamento: molti pensatori infatti hanno scelto di ritirarsi in solitudine per dedicarsi alla speculazione filosofica. Emblematici i casi di Wittgenstein e Heidegger: il primo si ritirò in un’isola della Norvegia e il secondo nella Foresta Nera. Wittgenstein prese poi in seguito a viaggiare per l’Europa e a Dublino nel padiglione dei Giardini Botanici esiste tutt’ora un gradino che reca la targhetta: «su questo gradino studiava Wittgenstein». I luoghi conservano quindi memoria della storia del pensiero e a volte ne sono un vero e proprio monumento esattamente come -ha sottolineato Pagani- è la capanna dove si era ritirato Heidegger.

Quelle dei pensatori raccontate nel libro non sono però solo vite di filosofi, ma anche di scienziati. Si inseriscono quindi nel racconto due altre figure: Leibniz e Newton. Sono personaggi agli antipodi: cortigiano il primo, misantropo che amava stare sulle sue il secondo. Sono questi due filosofi-scienziati i fondatori della scienza moderna. Con i due ha anche origine la prima grande polemica sul “diritto d’autore”; nello stesso periodo infatti entrambi scoprono il calcolo infinitesimale. La loro importanza nella storia del pensiero è anche dovuta al fatto che sono stati perfetti esempi di un’armonica sintesi tra pensiero umanistico e scientifico. È un’idea che è sopravvissuta nel pensiero europeo, ma non in Italia – sottolinea Pagani- dove il crocianesimo tendeva a vedere la scienza come cultura di serie b rispetto a quella umanistica.

Paolo Pagani e Yvonne Pesenti Salazar

Proseguendo nel viaggio immaginario, Pagani ha poi accompagnato il pubblico nell’Inghilterra dell’Ottocento dove vissero due altre fondamentali figure della storia del pensiero europeo: Darwin e Marx. Anche queste figure sono agli opposti: il primo visse in una villa sontuosissima tutta la vita, il secondo ebbe una vita travagliatissima. Sono quasi due «personaggi da romanzo»  – così li definisce il giornalista – che rappresentano entrambi una profonda rottura col passato. Marx infatti fu il primo a rompere con l’idea che era stata vera fino a Hegel, ossia che il pensiero dovesse limitarsi descrivere il mondo; per il pensatore nato a Treviri si trattava ora di trasformare il mondo con le idee. Darwin fu invece il primo a mettere in dubbio e in crisi la spiegazione creazionista. Per entrambi, sebbene così diversi, la casa fu il luogo dove nacquero le loro idee: Darwin visse tutta la vita in una casa alto-borghese dove compì anche i suoi esperimenti sulle galline per dimostrare la teoria dell’evoluzione della specie; Marx invece si trovò costretto a cambiare molte case nel corso della sua vita.

L’itinerario di Pagani si è poi concluso con un ultimo personaggio: Thomas Mann che nella sua vita cambiò dieci case. Con l’ascesa del Nazismo Mann si trasferì prima a Küsnacht presso Zurigo e poi negli Stati Uniti a Pacific Palisades in California che era diventata una sorta di Weimar sul Pacifico dato che ospitava molti esuli tedeschi. Fu lì che scrisse il Doctor Faustus, una metafora del male.

È a questo punto intervenuta Yvonne Pesenti Salazar per rivolgere al giornalista “la domanda di rito” di questo ciclo di conferenze: cioè quale fosse per il giornalista il suo “libro- vascello” che l’ha portato in «contrade lontane». Si tratta de La cripta dei cappuccini di Joseph Roth – ha risposto Pagani – perché avendo parlato di luoghi dov’è stato costruito il pensiero gli sembrava coerente scegliere un’opera che parla della fine, del tracollo di un mondo.

Sono poi seguite le domande di un pubblico che è sembrato non solo interessato alla materia, ma anche piuttosto puntuale nel rivolgere quesiti all’autore, segno del valore e dell’interesse verso questo tipo di iniziative.

Francesca Rossetti

In cima