Giovedì 21 luglio, alle ore 18.30, la collina delle utopie accoglierà l’artista italo-svizzera Ciriaca Erre, attualmente impegnata nella performance 2 years 2 weeks 2 days – Homeless, Fearless, Borderless, il viaggio intrapreso lo scorso 22 aprile – giornata mondiale della terra – che la vedrà superare a piedi confini geografici, sociali e intimi. In occasione della tappa al Monte Verità di Ascona l’artista dialogherà con la giornalista Monica Bonetti, e racconterà la sua esperienza al pubblico.
Ciriaca Erre ha abbandonato tutto per tornare ad abitare il nostro pianeta, la nostra vera casa intraprendendo una lunga performance della durata di 2 anni, 2 settimane e 2 giorni, in un viaggio allo stremo delle forze fisiche e mentali – come artista, donna e madre – in un cammino a ritroso nella storia umana. Dalle caverne della sua città di origine, Matera, giungerà in Africa alla caverna dove l’Homo Sapiens è sopravvissuto all’Era glaciale, evidenziando che la migrazione è parte dell’evoluzione umana a della sua Natura. Da Montagnola, dove Ciriaca Erre ha vissuto gli ultimi anni e che in passato aveva adottato Hermann Hesse, tornerà in India, traendo ispirazione dall’opera più nota dello scrittore, Siddharta, che ci ricorda che la vita è un viaggio nella consapevolezza. Dalla comunità utopica e pioniera degli inizi del Novecento di Monte Verità, andrà alla ricerca delle moderne comunità utopiche ecologiste e pacifiste, che anelano a nuovi modi di vivere in armonia. Visiterà l’ultima civiltà matriarcale in Cina dove il matrimonio non esiste e dalla Pagoda della Pace di Londra marcerà insieme con ad alcuni monaci attivisti per poi spingersi nel paese più felice dell’America Latina che ha abolito l’esercito.
Questo progetto è legato alla sua ricerca sulle “identità sospesa”, tema caro all’artista e sviluppato nelle sue precedenti performance, tra cui I’m free take a piece of me al Museo della Permanente di Milano, focalizzate sulla filosofia della “semplicità volontaria” che anela all’essenziale, a un ritorno alla Natura. Vuole essere un tributo ad alcune delle figure che più di tutte l’hanno ispirata, personaggi che hanno perseguito nella vita e descritto nei loro testi, i temi della libertà, della ricerca della vera essenza dell’uomo nella sua relazione con Madre Natura, come Ippazia, Diogene, Darwin, Hermann Hesse, Henry David Thoureau, Michel Foucault, Gandhi.
«In questo viaggio di consapevolezza, ho ritenuto importante sperimentare una condizione di estrema umiltà e mancanza di certezze, non avendo altro che il mio zaino e le mie gambe, e non sapendo se il giorno successivo avrò dove dormire e da mangiare. Questa condizione mi porta a vivere completamente nel presente e a connettermi con gli altri esseri umani e con la madre Terra, ricordandomi l’impermanenza della vita e soprattutto a ritrovare l’umanità che rischiamo di perdere», ha dichiarato l’artista.