Teatro

Il LAC omaggia Tiago Rodrigues

Il LAC rende omaggio al regista portoghese Tiago Rodrigues, già direttore del Teatro Nacional D. Maria II di Lisbona ed ora alla guida del prestigioso Festival d’Avignon, con due suoi spettacoli che andranno in scena dal 20 al 22 febbraio.

©Joseph Banderet

In Sala Teatro giovedì 20 e venerdì 21 febbraio (ore 20.30) Rodrigues dirige un cast di otto attori in Catarina e a beleza de matar fascistas, Premio Ubu 2023 come miglior spettacolo straniero, che trae ispirazione da una vicenda storica divenuta simbolo del movimento di resistenza contro il regime dittatoriale di Salazar.

Il 19 maggio 1954, Catarina Efigénia Sabino Eufémia, contadina ventiseienne dell’Alentejo, viene uccisa dalla Guardia Nacional Republicana durante uno sciopero operaio. Il suo nome diventerà simbolo della rivoluzione e della lotta femminista, e verrà ricordato negli anni da poeti, musicisti, drammaturghi. La nuova Catarina di Rodrigues vive in un futuro prossimo, è giovane, ribelle e fa parte di una famiglia che, da questo storico giorno di maggio, rinnova ogni anno l’esecuzione rituale di un fascista, perpetrando di generazione in generazione la stessa reazione alla violenza originaria. In una casa di campagna vicino a Baleizão, un villaggio nel sud del Portogallo, è un giorno di celebrazioni, bellezza e morte: Catarina sta per uccidere il suo primo fascista, rapito proprio per questo scopo, ma si scopre incapace di farlo. Scoppia una lite familiare e sorgono molte domande: che cos’è un fascista? È lecito usare la violenza per costruire un mondo migliore? Si possono violare le regole della democrazia con la scusa di difenderla?

«Lo spettacolo – afferma Rodrigues – cerca di fare ciò che considero una delle forze vitali del teatro: proporre personaggi che, attraverso ciò che pensano, dicono e fanno in scena, e attraverso il modo in cui lo fanno, ci permettono di pensare in modo diverso alle nostre vite. All’inizio avevamo una famiglia, un interrogativo sul ruolo della violenza in una società democratica, di fronte alla minaccia di un pensiero e di un’azione antidemocratica, di fronte all’imminenza di una dittatura, e volevamo sollevare queste questioni in un modo che sfidasse anche noi stessi. Non volevamo quindi uno spettacolo che rassicurasse, confermasse o desse per scontato di sapere cosa pensa il pubblico e quali siano le sue convinzioni. Volevamo uno spettacolo che inquietasse, indipendentemente dalle convinzioni di chi lo guarda; che offrisse piacere, naturalmente, ma un piacere inquietante». Spettacolo in portoghese con sopratitoli in italiano e inglese.

©Christophe Raynaud de Lage

Sabato 22 febbraio alle ore 20.30 al Teatro Foce andrà in scena By Heart, scritto, diretto e interpretato da Rodrigues: un lavoro sull’importanza della trasmissione, sullo scambio invisibile di parole e idee che solo l’atto di imparare a memoria (“by heart”) un testo può innescare. Nato da una richiesta della nonna mentre stava perdendo la vista, lo spettacolo – straziante ed essenziale – è un atto di resistenza artistica e politica, una lotta contro il tempo, l’oblio e l’invecchiamento, contro l’assenza e la scomparsa.

«In questo spettacolo – dichiara Rodrigues – si intrecciano diversi livelli: poesia, teatro, la libertà di espressione degli autori di fronte ai regimi totalitari. Imparare qualcosa a memoria non è un progetto politico. Tuttavia, può essere uno strumento di resistenza, sia letteraria che biologica, contro l’invecchiamento. In ogni caso, è la prova che esiste un futuro, come lo è stato e lo è ancora nei momenti più disperati. […] Se dovessi dare una dimensione storica al mio passaporto, sarebbe By Heart. In questo lavoro troverete tutte le informazioni necessarie perché io possa attraversare una frontiera. Racchiude tutte le domande che mi pongo ed è l’espressione del mio modo di pensare il teatro».

Ogni sera, l’artista portoghese invita dieci spettatori a unirsi a lui sul palco e insegna loro una poesia, senza spiegazione né preparazione e in presenza del pubblico. Nel farlo, inizia a raccontare un groviglio di storie, aneddoti e ricordi, ora privati ora pubblici, a volte veri e a volte inventati, ma, in qualche modo, tra loro connessi. Alla fine, il mistero dietro la scelta della poesia verrà lentamente risolto… Attraverso un sonetto di William Shakespeare e gli scritti di George Steiner, Joseph Brodsky e Ray Bradbury, Rodrigues offre un vero e proprio manifesto drammatico per affermare il potere della poesia, creando una comunità inaspettata. Al termine dello spettacolo il regista incontra il pubblico.

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