Ricordate il luglio del 2014? Sono passati appena quattr’anni da quando il gruppo Generali, che aveva allora nel suo patrimonio la BSI, la più antica banca ticinese, decise di vendere la sua controllata bancaria al brasiliano Banco Btg Pactual, con cui aveva intavolato trattative in esclusiva, a un prezzo di 1,5 miliardi di franchi svizzeri, pari a poco più di 1,23 miliardi di euro. L’allora CEO di Generali, Mario Greco – oggi a sua volta felicemente accasato in Svizzera, sulle rive della Limmat alla Zurigo – affermò: «attraverso questa operazione superiamo il target di Solvency 1 ripristinando la solidità del capitale di Generali (colpita come molti operatori dagli effetti della crisi del 2008, n.d.r.) con oltre un anno di anticipo rispetto al nostro piano del 2015». In seguito, come si ricorderà, il gruppo brasiliano incappò a novembre dello stesso anno nell’affare “Lava Jato” e Btg finì a sua volta nei guai per l’inchiesta per corruzione in Brasile legata alla compagnia petrolifera nazionale, Petrobras, che portò anche all’arresto dell’allora numero uno di Btg, André Esteves, costringendo la società a dismissioni forzate per arginare la crisi di liquidità conseguente. Bsi ritornò dunque in vendita, confluendo nel 2016 nella svizzera Efg e, infine, venne sciolta all’interno del nuovo gruppo, dietro pressione della FINMA, a seguito del coinvolgimento in tangenti nella vicenda del fondo della Malesia 1 Mbd. Una dissoluzione che, in pratica, ha depauperato notevolmente la piazza bancaria ticinese, privata della sua “capostipite”, dato che il gruppo Efg ha sede principale a Zurigo, pur conservando un ruolo importante e consolidato per Lugano, con sedi prestigiose e vari centri di responsabilità. Fu forse quello uno dei periodi più desolanti per la piazza finanziaria, ma certo il Ticino bancario da allora ha saputo reagire con forza e dignità, puntando su nuovi caposaldi di trasparenza e riservatezza, sulla indiscussa capacità professionale dei propri specialisti e sul know-how internazionale che ne rappresentano l’ossatura, nonostante l’ingresso sul mercato dell’e-banking e la nuova concorrenza finanziaria non bancaria. Così anche il Ticino bancario si è ripreso, mentre nuovi gruppi bancari sono approdati in Svizzera, non solo come i cinesi a Zurigo. Banca Intesa, per esempio, ha rafforzato i suoi servizi, ma la notizia clamorosa è che anche il gruppo glorioso del Leone triestino ha deciso di ritornare in Svizzera coi suoi servizi bancari e in alleanza con un altro istituto. Una assoluta novità, di cui vi daremo i dettagli nel prossimo numero del nostro Magazine. L’esodo del Leone dalla Svizzera – per altro da sempre presente con forza in Svizzera nel campo dell’assicurazione – è durato dunque l’éspace d’un matin. Un’ottima notizia per la piazza e per la Svizzera. Prossimamente sui vostri schermi: Generali 2, la vendetta!
Corrado Bianchi Porro