Mostra

Il pittore giramondo Carlo Bossoli in mostra alla Züst

Carlo Bossoli, Notturno al Colosseo, 1845. Torino, Collezione privata, courtesy Enrico Gallerie d’arte.

Apre al pubblico la mostra Carlo Bossoli (1815-1884) – pittore giramondo tra le corti reali e il magico Oriente, accolta alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate, curata da Sergio Rebora, con il coordinamento scientifico di Mariangela Agliati Ruggia e Alessandra Brambilla. L’esposizione riunisce più di 100 opere dell’artista e di suo nipote, a documentare tutti i molteplici aspetti della sua arte. Molte sono esposte per la prima volta.

Carlo Bossoli (Lugano, 1815 – Torino, 1884) è stato, a cavallo della metà dell’Ottocento, uno degli artisti più apprezzati, e contesi, in Europa. Le sue vedute, i suoi quadri evocativi di vicende storiche e i suoi ritratti, erano apprezzati da re – dai Savoia alla regina Vittoria –, principi, dalla migliore nobiltà e dalla borghesia più sofisticata. Chi non poteva permettersi i suoi olii o le sue tempere ne acquistava sul mercato, soprattutto inglese, le riproduzioni. Editori londinesi pubblicarono l’album The War in Italy nel 1859, dove raccontava la battaglia di Solferino e altri episodi della Guerra d’Indipendenza o Wiew of the Crimea (1853). I Savoia, che lo elevarono a “pittore di storia”, gli commissionarono ben 150 tra tempere e litografie. Documentano le imprese ferroviarie del Regno, in particolare la nascita della Torino-Genova, ma anche altre vicende storiche. 105 tempere raccontano le guerre piemontesi e nazionali del 1859, 1860 e 1861, gli anni dell’Unità d’Italia: Bossoli segue l’esercito sabaudo sul campo e documenta come un “reporter” tutti gli eventi e le principali battaglie.

Bossoli è un pittore “girovago”. Si allontana ancora bambino, al seguito della famiglia, dalla natia Lugano a Odessa. Qui a mettere gli occhi sul giovane artista sono il governatore, conte Michail Voroncov, e sua moglie Elizaveta, che per abbellire la città affidarono lavori di grande prestigio anche ad altre maestranze ticinesi. Nel 1840 torna in Europa, a Milano, artista già di fama; qui documenta, come un vero e proprio reporter, gli avvenimenti delle Cinque Giornate del marzo 1848. Nobili e ricchi borghesi gli commissionano vedute dei loro giardini e dei loro palazzi. È un artista di successo, che però non riesce a resistere a lungo in nessun luogo. Di Paesi ne percorre tanti: Inghilterra, Irlanda, Russia, Spagna, Marocco…. Sono gli anni in cui la vecchia Europa si lascia travolgere dalla magia dell’Oriente e dell’Esotico e lui sa ricreare quelle atmosfere sospese tra sogno, leggenda e realtà in modo perfetto, avendole vissute da vicino e amate.  A contestualizzare l’arte di Bossoli, nella sezione dedicata all’esotismo, è ricreata una period room con arredi “alla turca” dell’ebanista piemontese Giuseppe Parvis e altri pezzi d’epoca provenienti dal Nord Africa e dall’Oriente. Dal 1853 risiede a Torino, dove muore; per sua esplicita richiesta, riposa oggi nel cimitero Monumentale di Lugano, la patria che, nonostante la vita cosmopolita, non aveva mai smesso di frequentare e di amare.

 

La mostra

Carlo Bossoli, Villa Taverna a Torno sul lago di Como, 1846. Como, collezione privata.

La prima sezione permette di rivivere, con opere provenienti da musei e da collezioni del Cantone, l’intenso rapporto tra Bossoli e il Ticino, l’amata Lugano in primis.  Si continua quindi con i viaggi e soggiorni in Italia, tra Roma, Napoli, Venezia, Genova e, naturalmente Milano, ancora capitale del Lombardo-Veneto: vengono qui rievocate le Cinque Giornate ma anche le Feste del Carnevale Ambrosiano ed altri luoghi o momenti. Dall’Italia al mondo: Scozia, Irlanda, Spagna e soprattutto la Russia degli Zar, Crimea, Marocco, Tunisi: il Bossoli pittore giramondo. Vedute e scene di vita in cui cattura l’anima dei luoghi proponendoli ad un pubblico affascinato dall’esotismo, dalla sensualità di culture e società lontane. Rispetto al racconto degli altri, anche eccellenti, interpreti dell’Orientalismo europeo, Bossoli dimostra di saper andar oltre le esigenze della moda.  Dei Paesi che visita coglie non solo vedute e storie ma fa propri anche i modelli pittorici, l’arte bizantina e araba in particolare.  Segue la sezione riservata ad una delle “specialità” di Bossoli: la raffigurazione delle ville e soprattutto dei giardini dei suoi nobili committenti. Per i Litta Visconti Arese dipinge un intero ciclo, a documentare i loro tesori architettonici e soprattutto naturalistici. Così come fanno altre famiglie della nobiltà milanese. È pure presente una sezione “torinese”. Alla Corte Sabauda Bossoli è ufficialmente il “pittore di storia” e a lui viene richiesto di eternare la nascita della linea ferroviaria tra Torino e Genova. A Torino, Carlo si costruisce un’affascinante dimora in stile orientaleggiante, a ricordo dei suoi numerosi viaggi, dove risiede con la sorella Giovanna e il nipote Francesco Edoardo (Odessa, 1830 – Torino, 1912). A quest’ultimo, pure artista, è dedicata una speciale sezione in mostra che raccoglie una scelta delle numerose vedute da lui realizzate per il CAI – Club Alpino Italiano nell’ambito di una collaborazione intensa e prolungata nel tempo. È Francesco Edoardo, appassionato di montagna, a pubblicare anche una serie di “panorami”, molto richiesti all’epoca, che riproducono la catena alpina.

 

Il catalogo

Al catalogo, interamente illustrato, che accompagna la rassegna, ha contribuito un gruppo di studiosi svizzeri e italiani che ha affiancato il curatore Sergio Rebora, offrendo contribuiti originali sui vari aspetti dell’arte di Bossoli: Riccardo Bergossi, Matteo Bianchi, Maria Cristina Brunati, Alberto Corvi, Paolo Crivelli, Luca Mana, Giorgio Picozzi.

Carlo Bossoli, La ritirata degli austriaci dal dazio di porta Tosa la notte del 22 marzo 1848, 1848. Milano, Comune di Milano – Palazzo Moriggia, Museo del Risorgimento.

La mostra è aperta al pubblico dal 20 ottobre 2024 al 23 febbraio 2025, da martedì a venerdì (9-12 / 14-17) e da sabato a domenica (10-12 / 14-18).

In cima