Sono davvero curiosi il percorso e la vicenda del libro Yossel Rakover si rivolge a Dio. Pur con quell’espediente palesemente letterario e classico, il manoscritto ritrovato, racchiuso in una bottiglia «tra cumuli di pietre carbonizzate e ossa umane» del ghetto di Varsavia, il testo ha potuto viaggiare per il mondo diventando una leggenda più reale del vero, al punto da offuscare il suo autore, Zvi Kolitz (1912-2002), ebreo lituano, emigrato in Palestina, che scrisse questa opera in una camera d’albergo di Buenos Aires durante una notte. Confessione, meditazione… apparve sulla Jiddische Zeitung il 25 settembre del 1946. Per molto tempo venne considerata una testimonianza autentica, un punto di riferimento per la comunità ebraica, con il rischio che volerla confutare come tale sarebbe stato un crimine, un sostegno alla causa del negazionismo. Paul Bedde, il primo a ricostruire la storia del “documento”, lo definì una sorta di mistero borgesiano.
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