Il recital di Grigorij Sokolov a LuganoMusica
Lunedì 29 novembre alle ore 20.30 la Stagione di LuganoMusica ospita nella Sala Teatro del LAC il recital di Grigorij Sokolov, poeta del pianoforte considerato tra i massimi interpreti viventi. Sokolov, nel recital intitolato L’ineffabile suono di un asceta del pianoforte, interpreta due cicli di autori sulla cui musica ama particolarmente soffermarsi: Robert Schumann, con le otto fantasie op. 16 di Kreisleriana, e Sergej Rachmaninov con i Preludi op. 23.
Nato nel 1950 a Leningrado, Grigorij Sokolov è erede di una tradizione incarnata da interpreti come Richter, Horowitz, Gilels e ancora Gould e Benedetti Michelangeli. Sa immergersi nella musica svelandone le profondità nascoste, riscoperte ad ogni nuova esecuzione, tanto che, per le sue incisioni, ha sempre prediletto i “live” allo studio di registrazione. Soprattutto negli ultimi anni predilige la musica per pianoforte solo e più raramente suona in orchestra, praticamente mai in formazioni cameristiche.
Per Robert Schumann il pianoforte è stato lo strumento ideale per avvicinarsi alla composizione. A proposito delle 8 fantasie per pianoforte op. 16, scritte attorno al personaggio del tormentato Kreisler, maestro di cappella creato da E.T.A. Hoffmann, Schumann scriveva «di tutte le composizioni degli anni attorno al 1838, Kreisleriana è per me la più cara». Tanto cara che decise di scriverla per Clara Wieck, dedicando poi l’opera all’amico Fryderyk Chopin. Il ciclo alterna le tonalità maggiori (numeri dispari) e minori (numeri pari), l’esaltazione alla riflessione.
Come Chopin, anche Sergej Rachmaninov era affascinato dall’idea di scrivere un ciclo di 24 brani – uno per ogni tonalità – sul modello del Clavicembalo ben temperato di Bach. I Dieci preludi op. 23, scritti tra il 1901 e il 1903, costituiscono la prima parte di questo ciclo, completato dai 13 dell’op. 32 e dal Preludio in do diesis minore op. 3 n. 2. Sokolov conosce profondamente la musica di Rachmaninov e predilige spesso le raccolte di Preludi, forse perché grazie alla loro libertà formale il compositore si permette di sperimentare soluzioni melodiche e tecniche inconsuete, lasciando spazio a un’interpretazione che stupisce ogni volta per la strabiliante padronanza tecnica ed espressiva.
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