Con Caligola (s) Concerto (riproposto ieri e oggi al Teatro Foce di Lugano, ma già al Cortile di Viganello nel 2019), Emanuele Santoro si è ricollegato alle origini della sua compagnia. Infatti, la e.s. aveva esordito nel 2003 proprio con il testo di Camus trasformato in monologo (un omaggio che viene reso attualmente nelle immagini dei comunicati e delle locandine). Un ritorno semplificato (ma riprendendone alcuni elementi, ad esempio scenografici come il gong-Luna), con la formula del recital di cui l’artista è diventato uno specialista nel Ticino, non solo per ragioni economiche, ma soprattutto per la fede nella divulgazione culturale affidata agli immortali classici e allo strumento principe per un attore, inesauribile in tutte le sue declinazioni, la parola abbinata all’interpretazione, quindi la voce. In questa versione, particolare ruolo assume la musica dal vivo, non mero accompagnamento o sottolineatura, ma risonanza drammatizzata, in dialogo con il personaggio e le emozioni, le situazioni che di volta in volta egli esprime. Tasti, fiati, archi, percussioni non hanno segreti per la versatile polistrumentista Claudia Klinzing che può aprire ad atmosfere cupe, romantiche, sospese o simulare anche, in un parossistico crescendo di orchestrazione, il provocatorio sfogo sessuale dell’imperatore.
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