«Ogni angelo è tremendo. / E così mi trattengo e il mio grido reprimo / di oscuro singhiozzo»: si raccomanda in quarta di copertina di partire, da qui, da questi versi della Prima delle Elegie duinesi di Rilke, nell’atto di appressarsi a leggere la svelta silloge dei sei racconti raccolti sotto il titolo La furia dell’angelo di Gilberto Isella. Ma per capovolgerla o almeno per vederne in azione l’eponimo protagonista del titolo, l’Angelo, in altra veste, meno devastante e terrifica.
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