Joe Biden ha mantenuto la promessa fatta durante le elezioni, ovvero di creare un’amministrazione più diversificata e che rifletta maggiormente il “volto” dell’America di oggi. È seguendo questa linea che Biden ha eletto un team di donne che lo affiancherà nel ruolo che andrà a ricoprire per i prossimi quattro anni; prima tra tutte Kamala D. Harris come vicepresidente eletta, nonché prima donna a ricoprire questo ruolo, seguita da diverse nomine femminili per il dipartimento economico ma soprattutto una squadra interamente composta da donne per la comunicazione.
La decisione del presidente eletto riflette un chiaro intento cioè quello di rompere sempre di più alcune barriere “professionali” assumendo donne a ricoprire più ruoli dirigenziali all’interno di un settore – quello politico – ancora molto a “stampo” maschile. Ma non solo, Biden sembra voler creare un gruppo di lavoro dove la diversificazione culturale ed etnica possa essere un punto di forza e di inclusione. «Sono orgoglioso di annunciare il primo team di comunicazione della Casa Bianca composto interamente da donne – ha sottolineato Joe Biden durante una conferenza stampa – Sono professioniste, abili ed esperte comunicatrici che, con le loro diverse prospettive e il loro impegno condiviso per il lavoro, aiuteranno a ricostruire meglio questo paese».
Certo, Biden non è il primo in assoluto a muovere i passi in questa direzione, anche Barack Obama aveva attribuito nella sua amministrazione ruoli importanti a delle donne, ricordiamo Anita Dunn come direttrice della comunicazione e Penny Pritzker come Segretario al Commercio; così come il team di comunicazione del presidente Donald Trump che comprende Kayleigh McEnany come portavoce della Casa Bianca e Alyssa Farah, direttrice della comunicazione. Ma Joe spicca soprattutto per aver nominato un team interamente femminile e diversificato, e incaricando ruoli fondamentali per l’amministrazione a donne. Ma se decisioni come queste riflettono, da un lato, il desiderio di abbattere quelle barriere che vedono ogni giorno un gran numero di donne impiegate nel campo della comunicazione ma realmente poche di queste in ruoli di un livello più alto, dall’altro lato c’è sicuramente una mossa politica sottile e ben studiata.
La squadra di Biden è composta da donne la cui condotta lavorativa è “ben vista” dai media americani, e difatti godono di buoni rapporti professionali con vari giornalisti e questo conduce quindi a pensare che con l’entrata di Biden alla Casa Bianca i rapporti con la stampa saranno diversi. Mentre Trump ha vissuto un rapporto abbastanza turbolento e di sfida – a volte anche reciproca – tra la sua amministrazione e i media, Joe Biden pare voler adottare una tattica diversa avviando quindi un rapporto più “disponibile”, cordiale e dai toni meno accesi. Perché si sa che la stampa è il quarto potere, e l’arte del governare non deve e non può dimenticarsene, e pare che l’amministrazione di Joe Biden ne è pienamente consapevole e, quindi, le scelte politiche fatte non sono solo frutto di apertura professionale ma di un’astuta strategia esecutiva.
“Le donne di Biden” hanno gli occhi puntati addosso, ora più che mai, in un Paese che sta vivendo grandi tensioni politico-sociali. Le aspettative sono alte. Un team di sole donne in campo comunicativo può essere una lama a doppio taglio? Per alcuni versi sì, perché la società spesso condanna maggiormente un errore commesso da una donna in ambiti professionali alti piuttosto che un uomo. Pensare che la squadra femminile di Biden è impeccabile e non commetterà errori è cosa assurda e alquanto insensata. Tutti possono sbagliare, come si dice sbagliare è umano, quello che però sarà importante valutare è come questi errori verranno spiegati, percepiti, criticati e se verranno “condannati” dai media nella stessa misura in cui gli errori del passato sono stati commessi da uomini nello stesso ruolo. Vedremo…
MEA