La Casa della Letteratura di Lugano ospita, sabato 5 ottobre alle 16:30, Klaus Merz in dialogo con Jacqueline Aerne. È un incontro importante e reso possibile grazie alla collaborazione con la Literaturhaus di Zurigo ed al programma di scambio “Cari vicini“, fondato nel 2003, il cui scopo è quello di creare uno scambio letterario tra autori della Svizzera tedesca e la Svizzera italiana.
A partire da questo autunno la rassegna “Cari vicini” avrà come sede la Casa della Letteratura di Villa Saroli a Lugano; e a inaugurare la stagione sarà il pluripremiato scrittore, poeta e una delle più suggestive voci letterario di lingua tedesca: Klaus Merz.
Un primo importante – e necessario – passo per fare conoscere le voci della letteratura Svizzera: la lingua italiana andrà oltre Gottardo e autori straordinari ma talvolta poco conosciuti delle altre regioni linguistiche scenderanno in Ticino.
Il percorso proporrà un viaggio a tutto tondo attraverso l’opera sia del poeta che del prosatore, a cominciare dal racconto Jakob schläft, accolto con grande entusiasmo dalla critica e tradotto in italiano da Donata Berra, (Jacob dorme, Marcos y Marcos). Si passerà dalle miniature poetiche di Löwen Löwen. Venetianische Spiegelungen, i riverberi di una Serenissima inedita, fino al recente Firma, una sorta di prosimetro che ripercorre in brevi scorci testuali gli episodi minuti di una ditta elvetica sullo sfondo ampio di 50 anni di storia, dal 1968 al 2018. Anche in questa sua ultima opera Klaus Merz racconta con delicatezza e precisione, racconta da poeta, attento e partecipe.
In italiano, oltre a Jacob dorme, sono stati pubblicati L’argentino con Casagrande (una storia di immigrazione, ripensamenti, nostalgia, amori e sorprese attraverso la voce della piccola Lena che narra del nonno ai propri compagni e amici) e la raccolta di poesie Le radici dell’aria, edita da MobyDick.
Autore dalla forma compressa, orefice della parola calibrata, «Col passare del tempo diventato io stesso matita / che matita rimane / anche quando non scrive», (dalla poesia Aus dem Staub, 2010); Klaus Merz porta nella scrittura la fermezza dello sguardo adulto con lo stupore dell’infanzia: fil-rouge della maggior parte delle opere sono la coscienza della morte, la malattia ma anche – o soprattutto – il ricordo e la comprensione del mondo attraverso il senso della vista o, come lo stesso autore ha affermato in una intervista per il “Giornale del Popolo” nel 2012, «da sempre la fine mi è stata familiare – come paura o consolazione, fiducia o orrore. Forse è anche per questo che scrivendo avevo un pensiero costante: potrebbe essere il tuo ultimo libro. Ricordo bene che durante la stesura di Latentes Material feci una riflessione: “Adesso hai già trentatré anni, ora devi concludere, devi dire quello che ti è possibile dire”. E lo pensavo anche scrivendo Jakob schläft, i racconti, Los, Der Argentinier, fino a Aus dem Staub (…)».
La scrittura di Merz prosegue, in prosa e in versi. Viene tradotta. A sollecitare il dialogo e i percorsi di scoperta nelle opere pubblicate e per quelle in arrivo, sarà Jacqueline Aerne (riconosciuta traduttrice e ex-Presidente dell’Ads, Associazione delle scrittrici e degli scrittori, prima traduttrice a ricoprire la carica).
La straordinaria voce di Klaus Merz sarà infine resa in italiano grazie all’attrice Margherita Saltamacchia che leggerà numerosi estratti delle varie pubblicazioni apparse in italiano e che saranno disponibili.