Mostra

Klein e Arman in mostra alla Collezione Olgiati

Arman, Malheur aux barbus, 1960. Accumulazione di rasoi elettrici in scatola di legno e vetro. © Arman Studio Archives New York / 2024, ProLitteris, Zürich

La Collezione Giancarlo e Danna Olgiati di Lugano inaugura la stagione autunnale 2024 con Yves Klein e Arman. Le Vide et Le Plein (22 settembre 2024 – 12 gennaio 2025), un progetto espositivo inedito che mette a confronto per la prima volta l’opera dei due artisti francesi esponenti di punta del celebre movimento del “Nouveau Réalisme”. Nativi entrambi di Nizza e a lungo sodali negli anni della loro gioventù, Yves Klein (Nizza, 1928-Parigi, 1962) e Arman (Nizza, 1928-New York, 2005) sono stati i protagonisti di un’intensa stagione dell’arte europea e internazionale di grande innovazione. In un affascinante “faccia a faccia” tra sessanta lavori, il percorso espositivo mette in luce, per la prima volta, due aspetti antitetici e complementari della poetica dei due maestri, ovvero Le Vide et Le Plein. La mostra, a cura di Bruno Corà, è realizzata in collaborazione con la Fondazione Yves Klein di Parigi. Il concetto dell’allestimento è firmato da Mario Botta.

Le Vide et Le Plein, il Vuoto e il Pieno: le due entità scelte da Yves Klein e da Arman per orientare la propria azione artistica trovano una definizione trasversale a epoche e culture, toccando discipline diverse, dalla fisica alla filosofia, dalla poesia all’immaginario popolare. Per Klein il Vuoto, in quanto qualità spaziale, si identifica anche con la dimensione poetica di “immaterialità” verso cui tende tutta la sua vicenda artistica, influenzata dalla filosofia Zen. Attraverso il concetto di Plein Arman esalta, invece, l’oggetto frutto della produzione industriale e ne duplica la presenza fisica fino alla saturazione.

Se Klein nel 1958 per la sua storica mostra Le Vide alla galleria di Iris Clert a Parigi lascia gli spazi espostivi completamente vuoti, come la sukiya, la “stanza del tè” giapponese, due anni più tardi Arman mette in atto, nella stessa galleria, un’operazione di segno opposto. L’artista riempie infatti lo spazio di detriti, oggetti e vecchi mobili, trasformandolo in una vetrina che il pubblico può osservare solo dall’esterno. «Se Klein con Le Vide opera un’innovativa contaminazione tra la cultura orientale e quella occidentale, aprendo un nuovo capitolo della sensibilità verso la realtà, Arman, con l’accumulazione di oggetti e rifiuti della realtà urbana sembra voler enfatizzare l’importanza dell’oggetto e il processo della quantificazione produttiva, portandolo alle estreme conseguenze della saturazione, quasi profetizzando le società consumistiche e del surplus dell’intero Occidente, e non solo», spiega il curatore Bruno Corà.

Yves Klein, Anthropométrie sans titre, (ANT 7), 1960 ca. Pigmento puro e resina sintetica su carta. © Succession Yves Klein / 2024, ProLitteris, Zürich.

In cima