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La casa-museo di René Magritte a Jette

Nel quartiere di Jette, a Nord-Ovest di Bruxelles, René Magritte ha abitato dal 1930 al 1954. Oggi il museo omonimo è aperto al pubblico con un’esibizione nella casa del celebre surrealista belga. L’abitazione è sulla Rue Esseghem: «Ceci n’est pas un double sense», avverte il cartello rosso con la barra bianca per le automobili. Jette è un quartiere modesto e residenziale. La casa fu acquistata nel 1993 da André Garitte, un appassionato collezionista devoto al pittore. La ristrutturazione e il recupero degli arredi originali hanno richiesto oltre sei anni di lavoro. Ma nel complesso l’appartamento offre uno sguardo sulla vita quotidiana del pittore, tra fotografie, lettere, disegni autentici e pubblicazioni. Il complesso ospita anche il Museo d’Arte Astratta, dove sono esposti i lavori di pittori belgi moderni. In origine, la casa era a un solo piano, con un secondo piano aggiunto nel 1929. Il terzo piano dà sull’Atomium.

La luce nel museo è soffusa per preservare le opere. La casa è stretta, in conformità con lo stile fiammingo. Gli oggetti sono in vetrina: il testamento olografo di poche righe in cui l’autore lasciava tutto alla moglie, Georgette Magritte; il libretto degli assegni; il bastone da passeggio. Poi alcuni ritratti ed un esemplare di 500 franchi belgi con l’effigie dell’autore. Ma anche la carta intestata di 97 Rue des Mimoses – l’ultima dimora di Magritte; l’immancabile pipa, qualche fotografia e progetti mai conclusi. Dall’inizio della sua carriera, Magritte si distinse come un artista in cerca di un linguaggio pittorico innovativo. Nei primi anni Venti, esplorò le avanguardie astratte prima di stringere sodalizi e legami con poeti come Paul Nougé, Marcel Lecomte e Camille Goemans. Dopo la guerra, gli artisti belgi furono affascinati dallo spirito liberatorio, innovativo e non-convenzionale del Surrealismo – che Magritte abbracciò dal 1926.

Il piano terra offre una fedele ricostruzione dell’appartamento di René Magritte: tipico degli anni Quaranta. Il museo vanta una collezione di oltre quattrocento documenti d’archivio, fotografie e oggetti. Poi dodici opere originali, che narrano l’evoluzione della carriera e della storia di Magritte, dalla giovinezza fino all’apice del suo successo. Si possono osservare “Le Témoin” (1939), “Lola de Valence” (1948) e “La Lampe d’Aladin” (1954). All’epoca, il lavoro di Magritte si basava sullo stile accademico di dipingere mondi onirici in cui si incontrano oggetti di ogni tipo. Come Max Ernst, Paul Delvaux e Salvador Dalì furono influenzati da Giorgio de Chirico. Dopo il 1945, in Belgio, Pol Bury e Christian Dotremont rinnovano il legame tra Surrealismo e astrazione. La mostra procede in ordine cronologico e offre un’analisi dettagliata e completa della carriera dell’artista. Si passa dagli esordi oscuri del creatore di opere cubiste alla fama internazionale dovuta al Surrealismo.

A Jette, Magritte dovette dedicarsi anche al lavoro pubblicitario nel suo studio in giardino. Nel quasi quarto di secolo trascorso nell’appartamento, dipinse circa la metà delle sue opere. E la casa fu il punto d’incontro dei surrealisti belgi e presto il loro quartier generale – un elemento poco ricordato e che compare poco durante la visita al museo. Nel 1983, l’idea di creare un museo dedicato a René Magritte, acclamato come il più grande pittore belga del Novecento, iniziò a prendere forma. Garitte si impegnò a convincere Georgette nel progetto di trasformare l’appartamento in un museo dedicato al marito. Il museo René Magritte fu ufficialmente inaugurato il 5 luglio 1999. Nonostante le risorse finanziarie limitate, la collezione è cresciuta negli ultimi anni, includendo anche disegni del pittore. Dal 2006, il museo organizza anche mostre annuali su artisti surrealisti e astratti. Quest’anno, festeggia il suo venticinquesimo anniversario.

Amedeo Gasparini

www.amedeogasparini.com

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