Al Festival luganese dominano le performance narrative abbinate ad immagini video. Dal giapponese Matsune (sabato e domenica) ai due portoghesi di lunedì; ieri abbiamo ritrovato un’apprezzata conoscenza della manifestazione, il sudcoreano Jaha Koo che dopo Cuckoo e The History of Korean Western Theatre, ha portato Lolling and Rolling, tassello della trilogia Hamartia, la prima, risalente al 2015 e che per l’occasione ha rivisto, puntando più in profondità sull’affresco storico: piuttosto che far leva sull’operazione alla lingua, a cui vengono sottoposti i bambini coreani per permettere la pronuncia in inglese della “r”, contestualizza il fenomeno attraverso un discorso generale di colonizzazione e sudditanza.
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