
“Fantasia”, Scarlett’s / Ruth Childs. © Marie Magnin
Se al FIT ci fosse un applausometro, fino a questo punto, vincerebbe la Ruth Childs (Cie. Scarlett’s) della Fantasia andata in scena ieri sera, tanta è stata l’intensità dei battimani, l’entusiasmo della platea che aveva gremito il Teatro Foce di Lugano. In effetti, una danza travolgente per la gioiosa e generosa energia fisica, la perfezione del movimento e del ritmo che instaura una relazione complice con la musica. Sembra che la danzatrice possa fare qualsiasi cosa con il proprio corpo, in una studiata e spontanea, insieme, gestualità, dal minimalismo di una nascita, alla cavalcata che attraversa il nudo campo scenografico e lo spande, all’animalesca metamorfosi. Non danza solo con la musica, ma ad un certo punto la produce con parti del corpo; è essa stessa strumento, battendosi la testa, pizzicandosi il viso; e poi, rumori, ansiti, respiri onomatopeici…
Il testo integrale dell'articolo è accessibile ai soli abbonati.
Effettui per cortesia l'accesso con i Suoi dati:
L'abbonamento per privati all'Osservatore costa CHF 35.--/anno
e può essere sottoscritto tramite
l'apposito formulario.
