La Fondazione Claudia Lombardi riparte da “Itria”
La nuova stagione della Fondazione Claudia Lombardi per il teatro di Lugano-Figino, intitolata Via dalla corrente, prosegue nel 2024 con “La nuova drammaturgia – rassegna di teatro contemporaneo”. Il primo spettacolo della rassegna si terrà mercoledì 17 gennaio alle ore 20.00: si tratta di Itria, scritto e diretto da Aurora Miriam Scala, un monologo potente e commovente che racconta la storia di una donna siciliana alle prese con il dolore e la perdita. La protagonista evoca i personaggi di una triste pagina della storia italiana: i cosiddetti fatti di Avola, quando nel ‘68 uno sciopero pacifico si trasforma in eccidio. Una lotta per la giustizia, quella di Itria, che rimane irrisolta e che pone in rilievo le voci soffocate delle vittime di ingiustizie sociali. La produzione è curata dalla Società Dante Alighieri Canton Svitto e Bottega del Pane Young.
Ci troviamo in una stanza della mente. In un tempo non tempo, in un luogo non luogo, a ricordare. Colei che ricorda è Itria: una donna siciliana. Il suo è un “repitu”, un lamento funebre. Dal lamento parte il racconto, dalle viscere. Tutto si accavalla come in un vortice di ricordi e di emozioni, un continuo susseguirsi di flashback e di bruschi ritorni al presente che fanno di Itria l’unica voce capace di evocare tutti i protagonisti di questa misteriosa pagina della storia italiana.
Il 2 dicembre 1968, uno sciopero pacifico e non violento si trasforma in un eccidio. I braccianti di Avola scioperavano per chiedere la parità. Volevano che giungesse anche nelle campagne della Sicilia sud-orientale il controllo sulle assunzioni, e che il mercato di piazza non fosse più il metodo col quale scegliere i lavoratori, come fossero bestiame.
Itria ha tre figli ed è la moglie di Giuseppe Scibilia, bracciante di 46 anni, anche lui partecipe della protesta. Nella mente di Itria ogni ricordo è chiaro. Ogni istante. Dopo giorni e giorni di richieste da parte dei sindacati, i braccianti non riescono ad ottenere risposte dai proprietari terrieri, non c’è dialogo, non c’è apertura. Si decide per il blocco stradale. La celere irrompe ad Avola, nella statale 115, sparando ad altezza d’uomo. Decine e decine di feriti e due morti. Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona perdono la vita. Orde di giornalisti accorrono a raccontare l’accaduto. “I fatti di Avola” diventano l’emblema della lotta sindacale. I politici del tempo assicurarono: “si andrà fino in fondo alla faccenda”.
Dopo 52 anni dal fatto, e un’inchiesta ancora secretata nessuno ha mai saputo la verità. Nessun colpevole, nessuna risposta. Soltanto una domanda: “Cu ammazzau a Peppe? A me maritu”.
La rassegna “la nuova drammaturgia” proseguirà con Carte mute (07.02) della compagnia Il milione, una riflessione sul perdersi, sul ritrovarsi nell’altro e poi nuovamente smarrirsi, attraverso il racconto di due mercanti che si conoscono da sempre ma che si incontrano per la prima volta. Se Ecologia Capitalista (28.02) della compagnia Dimore creative ci inviterà poi a confrontarci con alcune dure verità che hanno a che fare con l’oggi e con il futuro che stiamo disegnando, #nuovipoveri (20.03) dei Guinea Pigs indaga le relazioni tra economia e società, sul denaro e sulle sue contraddizioni, sul potere che ha di modificare equilibri e relazioni. Sarà poi la volta di Fuori dagli schermi! (17.04) della compagnia Caterpillar, uno show ironico che esplora la nostra era, quella in cui il cellulare è una protesi del nostro braccio e trascorrere del tempo lontano dai dispositivi, abbracciando la noia liberi da distrazioni digitali, è la più affascinante delle conquiste. Infine, andrà in scena Sarebbe una grande idea (15.05) della compagnia Cholstomer, una riflessione su come l’ambizione, il successo e la paura di restare ai bordi possano influenzare l’esistenza di individui ordinari. Tutti gli spettacoli sono seguiti da un dialogo aperto con il pubblico e da una risottata.
Per maggiori informazioni e prevendite visitare il sito della Fondazione Claudia Lombardi per il teatro.