I fisici parlano con i matematici e i matematici dialogano con Dio: è un vecchio detto che ha il suo fascino e che viene in mente leggendo ‘La matematica è politica” (Giulio Einaudi Editore) di Chiara Valerio, libro dedicato al padre ”che, in quanto fisico, non sarà d’accordo nemmeno su una riga”. Il libro della Valerio è infatti dichiarazione di amore per la matematica.
La matematica è stata il mio apprendistato alla rivoluzione, perché mi ha insegnato a diffidare di verità assolute e autorità indiscutibili. Democrazia e matematica, da un punto di vista politico, si somigliano: come tutti i processi creativi non sopportano di non cambiare mai.
La matematica, insegna ”a diffidare di verità assolute e autorità indiscutibili” e ha al suo centro ”la relazione tra le cose”, per questo la Valerio afferma che ”democrazia e matematica, da un punto di vista politico, si somigliano: come tutti i processi creativi non sopportano di non cambiare mai”. E allora, se ”ragionamento deduttivo, astrazione e proporzione sono matematica”, prova da applicare questa visione razionale alla Costituzione italiana repubblicana: ”il contrario della democrazia è macabro, per questo tento di esercitarla e per questo, temendo derive autoritarie da cui nessuno è immune, ho capito la fortuna di aver studiato matematica”.
L’autrice scrive che ”la matematica è la ginnastica posturale del cervello”, con la consapevolezza che ”non di tutto si può capire tutto, ma di tutto si può capire almeno un poco, e si può limitare il problema”, e conclude col ”ribadire che avere una postura etica, sentirsi sempre unico e sapere che altrettanto unici sono gli altri è importante”. Insomma, bisogna avere una buona postura delle relazioni, ”e la matematica aiuta” in questo.