di Gilberto Isella • L’Osservatore Magazine n.19/2020
La peste scoppiata a Londra nel 1665 (una trentina d’anni dopo quella manzoniana) causò all’incirca centomila vittime. L’avrebbe descritta e resa immortale, fondandosi su una nutrita serie di documenti ma lavorando anche di fantasia, Daniel Defoe, l’indimenticabile autore di Robinson Crusoe e Moll Flanders. Per presentificare e rendere incisivi eventi di cui non aveva testimonianza diretta, Defoe usò la prima persona, fingendosi un sellaio londinese a conoscenza dei fatti. Il libro, concepito in forma di diario, uscì nel 1722, con il titolo Journal of the Plague Year (L’anno della piaga). Elio Vittorini, traducendolo in italiano nel 1940, lo ribattezzerà La peste di Londra.
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